Si è spento ieri mattina all’età di 83 anni, Francesco La Valle, conosciuto magistrato, poi avvocato, uditore e infine pretore in tutta la provincia di Treviso e Venezia. Oltre che come uomo di legge, era conosciuto anche in paese e nei comuni vicini, come Asolo e Monfumo, per la sua grande cultura.
Nonostante fosse stato descritto generalmente come “pretore d’assalto”, lui – a detta della famiglia – preferiva definirsi “pretore da trincea”: questo perché una delle sue caratteristiche professionali, anche a detta dei cari e di altri professionisti, era un’acuta sensibilità nei confronti non soltanto della giustizia ma anche e soprattutto delle storie che andava poi a giudicare.
In ogni questione, anche nelle più coraggiose, La Valle voleva affrontare in prima persona, faccia a faccia, i coinvolti, con la piena consapevolezza di poter cambiar loro la vita.
Questo buonsenso non impedì tuttavia a La Valle di affrontare inchieste coraggiose, anche contro società che in quegli anni parevano intoccabili per il resto dei legali. La carriera, fruttuosa fin da giovane, lo portò negli anni Settanta a sostenere processi persino contro alcuni ministri.
Per le piccole, isolate, comunità dei colli asolani aveva fatto molto: nonostante alcuni vicini di casa lo ricordino come caratterialmente riservato era diventato presidente della Comunità Montana e non era raro che desse consigli ai paesani su questioni difficili di carattere legale o giudiziario.
La sua casa si trova sul cucuzzolo di una collina, in una frazione isolata di Cavaso che ha mantenuto, almeno in parte, le sembianze di un paese d’un tempo. Poco dopo il borghetto di Castelcies, una strada tortuosa percorre il dorso della collina di San Martino, per poi scendere verso valle, a Onigo di Pederobba.
È qui che l’ex-pretore La Valle volle stabilire la sua dimora: un restauro importante in un luogo umile, ma con un panorama mozzafiato dal quale è possibile scorgere la Rocca di Asolo, il suo paese d’origine.
Questa mattina, mercoledì 15 gennaio, il sindaco di Cavaso del Tomba Gino Rugolo si è recato a Castelcies per porgere le proprie condoglianze alla famiglia, alla moglie e ai due figli.
“È una perdita per la famiglia, ma è una perdita anche per tutto il territorio. Era un buon esempio di magistrato, ricco di sensibilità verso la legge ma anche verso la vita delle persone”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto:web Facebook)
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