Cavaso, il ricordo dello storico parroco don Federico a trent’anni dalla sua scomparsa

Trent’anni fa, il 12 agosto 1991, moriva don Federico Massaro, che da 34 era parroco di Cavaso: aveva 73 anni e a stroncare la sua incerta salute era stato un ictus. Questa settimana la parrocchia di Cavaso ricorda il pastore che la aveva guidata dal 1957.

Federico, di famiglia trevigiana come esemplifica il cognome, non era nato nella Marca, ma a Pistoia dove i suoi erano dovuti sfollare a causa della guerra che aveva posto il fronte proprio sul Piave, cioè alle porte del piccolo Comune della Pedemontana.

Tornato nel Trevigiano, il giovane Federico entrò in seminario dimostrandosi un eccellente allievo tanto che è ordinato sacerdote a 23 anni, età così “prematura” che si deve ricorrere a una dispensa per l’ordinazione. Cominciò, poi, la sua azione pastorale come cappellano a Silea e Santa Bona.

Arrivò a Cavaso nel 1957 e vi rimase fino alla fine della sua intensa vita. Sono stati 34 anni di grandi cambiamenti sociali e anche morali: il concilio, che era alle porte, trasformerà molti aspetti della Chiesa a cominciare dalla messa in italiano.

Il Sessantotto, poco tempo dopo, darà uno scossone storico alla società travolgendo e stravolgendo la famiglia, la scuola e la vita quotidiana. Nei seminari si assottigliarono le presenze e nelle chiese si vedevano sempre meno giovani.

Don Federico, che era anche vicario foraneo, tenne la parrocchia al passo con i tempi istituendo il consiglio pastorale, seguendo il consiglio di don Bruno Cavarzan con la creazione del primo gruppo scout (1982), attivando l’oratorio (1989), ammodernando alcune parti della parrocchiale.

Dopo tanti anni di impegno, superata di poco la settantina, la fibra di don Federico era ormai scossa. Agli inizi del 1991 la canonica di Cavaso fu assaltata da alcuni banditi; in quel periodo la malavita aveva messo gli occhi sulle case dei preti che divennero un obiettivo privilegiato anche perché non offrivano pericoli né si potevano temere reazioni.

Il parroco fu legato e picchiato, un’aggressione particolarmente violenta come raccontano le cronache giornalistiche del tempo.

La vita di don Federico durò soltanto qualche altro mese. Al suo funerale erano presenti due vescovi (Magnani e Mistrorigo) e una ottantina di sacerdoti insieme con buona parte della parrocchia cui il sacerdote aveva legato la sua esistenza e il suo ministero.

(Foto: professor Daniele Cunial).
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