Si è tenuta il 24 aprile l’Assemblea annuale dei Soci del Distretto Lattiero Caseario Veneto – Di.L.Ca.Ve., che quest’anno è stata anche elettiva con il rinnovo delle cariche.
Il Consiglio di Amministrazione eletto per il triennio 2025-2027 è composto da: Borga Terenzio, in rappresentanza di A.Pro.La.V.; Benvegnù Roberto, in rappresentanza di Latterie Vicentine; Brugnera Lorenzo, in rappresentanza di Latteria Soligo; Calliman Alessandro, in rappresentanza di A.V.A.; Cecchinato Alessio, in rappresentanza dell’Università degli Studi di Padova – Dipartimento DAFNAE; Cobalchini Francesco, in rappresentanza di Intermizoo; De Cet Modesto, in rappresentanza di Lattebusche; De Franceschi Floriano, in rappresentanza di A.R.A.V.; Puozzo Gianluca, in rappresentanza di Latterie Venete. Revisore Legale: Lorenzon Adriano.
Di.L.Ca.Ve. è una giovane associazione che raggruppa diverse importanti realtà del settore del territorio e rappresenta la stragrande maggioranza del latte Veneto, comprendendo tutta la filiera a partire dalle aziende agricole, le aziende di trasformazione (cooperative e private), enti di assistenza tecnica, enti di ricerca, innovazione e Università fino alla promozione con i Consorzi di Tutela.
Un’occasione perfetta e di rilevanza per presentare il comparto lattiero caseario veneto, offrendo una fotografia generale e informazioni interessanti.Il settore agricolo e zootecnico sono da sempre molto ben sviluppati e rivestono un ruolo rilevante per l’economia del territorio. In particolare, il comparto lattiero caseario è tradizionalmente radicato nella nostra regione, anche grazie alla morfologia del territorio stesso. Basti pensare che il Veneto, producendo il 9% della produzione nazionale, si colloca al terzo posto sul podio dei principali produttori di latte dopo Emilia Romagna (16%) e Lombardia (47%).
La regione vanta inoltre la produzione di ben 7 formaggi DOP e 1 STG, oltre ai numerosi formaggi tipici e tradizionali, apprezzati e invidiati per l’eccellente qualità e le inconfondibili caratteristiche.
Nel 2024, il 56,1% della produzione di latte regionale è stato destinato alla trasformazione in formaggi DOP, con un aumento dello 0,5% rispetto al 2023. Entrando ancor più nel dettaglio, 685.338 tonnellate di latte veneto sono state utilizzate per la produzione di formaggi a Denominazione di Origine: 171.719 tonnellate per l’Asiago, 2.027 tonnellate per la Casatella Trevigiana, 431.403 tonnellate per il Grana Padano, 21.852 tonnellate per il Montasio, 9.003 tonnellate per il Monte Veronese, 21.705 tonnellate per il Piave e 27.629 tonnellate per il Provolone Valpadana.
Il Taleggio, l’ottavo formaggio DOP presente in Veneto, per il momento non viene prodotto. Questi numeri riassumono perfettamente l’importanza rivestita dal settore, capace di ottenere prodotti eccellenti a partire da una materia prima di alta qualità, attraverso una filiera rigorosamente controllata, sinonimo di garanzia e sicurezza per il consumatore.
Si tratta di dati molto incoraggianti e positivi, frutto di un percorso che non è stato privo di difficoltà. Negli ultimi anni il comparto ha attraversato e superato importanti momenti di crisi, arrivando oggi a vivere un periodo favorevole, con il 2024 che si è rivelato particolarmente positivo, portando soddisfazioni economiche significative ai produttori, in particolare nel mondo cooperativo.
Tutto ciò lascia ben sperare per il futuro, pur permanendo diversi ostacoli e problematiche da risolvere.
La fotografia attuale del comparto mostra un andamento positivo per quanto riguarda le consegne di latte, che hanno registrato un aumento pari al +9,7% in dieci anni (dal 2014 al 2024) e dell’1,60% nel corso del 2024, raggiungendo le 1.220.998 tonnellate. Il 77% del latte veneto viene prodotto in tre province: Vicenza (391.053 tonnellate), Verona (318.204 tonnellate) e Padova (239.593 tonnellate).
Questi valori incoraggianti, tuttavia, non sono ancora sufficienti per arrestare la riduzione del numero di aziende ad indirizzo lattiero caseario, che nel 2024 erano circa 2.000, in leggero calo rispetto all’anno precedente, con un terzo dei comuni del Veneto nei quali non è ubicata alcuna stalla.
Le motivazioni di questa riduzione sono diverse: scarso ricambio generazionale, l’impegno totale richiesto dalla gestione di una stalla da latte, la burocrazia e la difficoltà nel reperire manodopera.
“Vi è ad oggi un po’ di preoccupazione” – interviene l’attuale Presidente di Di.L.Ca.Ve. Terenzio Borga – “in merito alle notizie che giungono dall’America relativamente ai dazi. Tuttavia, la situazione è ancora indefinita e incerta, per cui aspettiamo e seguiamo con attenzione i suoi sviluppi. Di certo c’è che oggi abbiamo molti strumenti per poter fronteggiare al meglio le difficoltà. Tra questi vi è proprio il Distretto Lattiero Caseario Veneto – afferma Borga – nato con lo scopo di creare coesione e sinergia tra i diversi attori della filiera lattiero casearia veneta e riconosciuto con il decreto regionale n.81 dell’08/06/2022. Ricordo, infine, che il Distretto ha chiuso il 2024 con un importante risultato, partecipando al Bando ministeriale dedicato ai Distretti del Cibo e posizionandosi in seconda posizione nella classifica degli 11 beneficiari su un totale di 56 progetti presentati.”
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Distretto Lattiero Caseario Veneto)
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