Ieri il solenne pellegrinaggio sul Tomba organizzato dal gruppo alpini di Cavaso in onore ai caduti di tutte le bandiere

Quella di ieri, domenica 7 settembre, era la più importante e solenne tra le manifestazioni per gli alpini dell’area del Montegrappa, e per questo il gruppo di Cavaso, nonostante le difficoltà dovute a questo periodo, non poteva fare a meno di organizzarla: dal lontano 1980, quando tra Est e Ovest c’erano ancora muri, filo spinato e tensioni militari, quando ancora vivevano in molti tra coloro che da ragazzi avevano combattuto la Grande Guerra, da allora, non c’è stato un solo anno in cui questa tradizione non si sia rinnovata.

“Lo spirito di questo pellegrinaggio sul Tomba è legato alla presenza delle delegazioni estere – spiega il capogruppo Roberto Gnesotto – e anche se quest’anno nessuno di loro è potuta essere presente, abbiamo comunque issato le loro bandiere sulla nostra sacra montagna”. In molti infatti, dall’Austria, dalla Germania, dall’Ungheria e persino dagli Stati Uniti partecipavano a questo incontro, in cui venivano celebrati gli scomparsi di tutte le nazioni.

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Gli ospiti, in genere, restavano qualche giorno e venivano accompagnati a visitare le bellezze del territorio dell’Alta Marca e dei musei che custodiscono la memoria storica di questi paesaggi.

C’è da dire che quest’evento veniva svolto a Cavaso, in una forma leggermente differente, ben prima del 1980, ma da quell’anno in poi la manifestazione ha assunto un respiro europeo e la definizione di “cerimonia solenne”, che chiama a sé un rappresentante nazionale del corpo regolarmente ogni cinque anni.

Anche ieri, il gruppo di Cavaso ha allestito il Tomba con tendoni, capannoni e stand dove svolgere, al termine della manifestazione, il momento che caratterizza forse più di tutti gli altri lo spirito alpino, ovvero quello conviviale.. Le delegazioni, da casa, hanno ottenuto video e foto dell’evento attraverso i social network.

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Nonostante non fossero stati inviati inviti, come racconta il gruppo alpini di Cavaso, in molti sono venuti ad assistere alla cerimonia: dai gruppi del circondario fino a visitatori ben più lontani.

“Questo è un motivo di orgoglio per noi – racconta Gnesotto – ci sentiamo custodi della memoria, ma con i fatti, non con le parole”.

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Erano presenti, testimoni dell’entusiasmo dei gruppi presenti, il sindaco di Possagno Valerio Favero, di Alano di Piave Amalia Serenella Bogana, confinante sull’altro versante del Tomba, di Crocetta del Montello Marianella Tormena, e l’onorevole Ingrid Bisa, originario di Cavaso del Tomba; inoltre il sindaco Gino Rugolo, che ha commentato così: “È un messaggio di pace e di fratellanza proprio dove più atroce è stata la battaglia. Il problema delle guerre sorge quando due popoli non si conoscono, ma quando accade entrambi capiscono che, in fondo, sono uguali”.

In contemporanea, negli altri punti di commemorazione, come il Bosco delle Penne Mozze a Cison, hanno avuto luogo, sempre nei limiti imposti dalla prevenzione, diverse altre manifestazioni celebrative: le prime, dopo un lungo periodo in cui erano state proibite.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di un lettore).
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