Un “orto verticale” alla portata di tutti: il primo paio di tower garden a Cavaso e Possagno e l’agricoltura aeroponica bussa alle porte

Sembrano arrivare direttamente dal futuro le tower garden: giardini verticali, posizionabili anche negli appartamenti più piccoli, capaci di crescere ogni genere di pianta a radice nuda con risultati davvero notevoli.

Microsoft le ha posizionate nei suoi studi amministrativi, in Usa sono già in uso a ristoranti, stadi e aeroporti, ma in Veneto, là dove l’uomo ha sempre avuto le mani nella terra, questa tecnologia ha tardato ad arrivare.

I primi due esemplari di questa specifica versione di torre aeroponica, in Veneto e in Italia, si trovano rispettivamente a Cavaso del Tomba e Possagno.

Non ancora commercializzate nel nostro paese ma già trend in America, Canada, Olanda ed altri pochi stati, queste curiose colonnine garantirebbero una produzione di qualsiasi ortaggio e frutto, tranne quelli a bulbo, in appena un metro quadrato di spazio. Una rivoluzione della concezione di orto, con un raccolto promesso a ciclo continuo che, secondo i primi sperimentatori, sta avendo ottimi risultati.

Il funzionamento è piuttosto intuitivo e si dice sia stato sviluppato per la prima volta dalla Nasa per garantire la crescita di alcuni ortaggi durante i viaggi nello spazio: l’involucro esterno, composto da plastica alimentare, può ospitare venti spazi.

A differenza della coltura idroponica le radici non vengono immerse ma bagnate solo di tanto in tanto: ogni scompartimento può contenere un diverso tipo di pianta, che viene irrorato d’acqua ogni ora per quindici minuti con una piccola pompa a riciclo. Il serbatoio ha una capienza di una sessantina di litri, ma per un mese ne sono sufficienti soltanto dai dieci ai venti.

“La torre garantisce di poter piantare e raccogliere nell’arco di un mese – affermano Andrea e Nicola del consorzio Nuovagricola a Cavaso, che ne hanno ottenuta una – Nella maggior parte dei casi non è necessario utilizzare specifici trattamenti e quindi le verdure e la frutta raccolta si possono mettere direttamente nel piatto”.

La regolazione del sistema funziona attraverso un pannello di controllo, da dove è possibile impostare le tempistiche dei cicli e la concimazione avviene con l’uso di prodotti specifici, da inserire nel serbatoio dell’acqua.

I costi dichiarati sono ridotti, tanto che c’è chi sta già pensando a come convertire la torre in un impianto importante e chi invece ci è già riuscito: con i vari accessori e l’illuminazione, il suo consumo energetico si attesterà tra i cinque e i dieci euro al mese grazie all’uso di spioventi luci a led. L’unico limite reale finora conosciuto di questo tipo di coltivazione riguarda la formazione di alcuni batteri o funghi in casi sporadici, causati dall’assenza della luce solare diretta.

Anche se sembra ancora fantascienza, la coltura intensiva attraverso l’uso dell’aeroponica potrebbe diventare un trend tra i privati e il mercato si sta preparando ad accogliere anche questo genere di offerta. Alcuni imprenditori stanno pensando di posizionarli nelle corsie delle loro produzioni, per dare un tocco di natura anche negli scompartimenti più grigi.

 “Io con la mia torre coltivo erbe aromatiche, valeriana, mentuccia, fragole, insalata, radicchio e melanzane ed è sufficiente per tutta la mia famiglia” afferma Guido, possagnese che, come si vede nella foto, ha già fatto pratica con la formula del “pianta e raccogli”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Related Posts