Sorsi d’autore è una manifestazione organizzata dalla Fondazione Aida con la Regione Veneto, l’Istituto Regionale Ville Venete e l’Associazione per le Ville Venete che coniugano degustazioni guidate di vini, incontri con personaggi della scena culturale italiana e visite agli edifici storici ospitanti. Sette dimore storiche di grande prestigio nelle province della nostra regione.
Ieri, domenica 17 luglio, la manifestazione si è svolta nella sala Teatro Sansovino a Castelbrando di Cison di Valmarino e ha ospitato in videocollegamento Cesare Bocci, che non ha potuto essere in presenza perché ha contratto il Covid-19. L’attore e ideatore del programma televisivo “Viaggio nella grande bellezza” si è raccontato parlando sia della sua carriera che della famiglia, un elemento fondamentale per lui.
Ad incorniciare l’evento moderato da Cinzia Tani una degustazione di vini dell’Azienda Tedeschi con assaggi dei prodotti del forno “Bassini 1963”, Ama Crai Est, Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Dalla Costa Alimentare, Salumeria Eustacchio. Acqua ufficiale dell’evento è Dolomia® e i partecipanti sono stati omaggiati con il concime biologico “Il Paese Verde”, l’igienizzante mani, crema e bagno doccia di “Flora – Salute e benessere”
Bocci ha iniziato a parlare del programma, in onda su Rai 3 il venerdì sera, “I perfetti sconosciuti”. Ideato e condotto da lui e da sua figlia Mia, è un programma che vuole mettere a confronto ragazzi e genitori. “Ci sono stati momenti più leggeri e momenti più intimi. Tanti aspetti non conosciamo dei nostri figli come tanti aspetti di noi genitori nascondiamo a loro. Siamo imperfetti e così come siamo ci dobbiamo voler bene. La vita è un continuo crescere, un continuo incontrare situazioni in cui bisogna tener testa ed imparare. È importante sentire il parere dei nostri figli e noi, come genitori, dobbiamo aprirci di più con loro per farci conoscere veramente per ciò che siamo. Si dice che i ragazzi al giorno d’oggi hanno tutto e non si capisce il perché si lamentino e siano insoddisfatti, ma la realtà è che sono molto più insicuri, non hanno una prospettiva per il futuro ed è questo che fa stare male i giovani“.
“In famiglia, io e mia moglie pensavamo andasse tutto bene ma non era così – racconta Bocci – Da qualche tempo, infatti, mia figlia soffriva di disturbi alimentari. Una cosa di cui, purtroppo, soffrono tantissimi ragazzi. Sarà colpa del nostro accudimento troppo presente? Non lo so, ma questi due anni di pandemia hanno aumentato ancora di più le paure dei nostri ragazzi. Mai pensi che tua figlia sia vittima di questo vero problema ma, un giorno, ha preso me e la mamma e ce lo ha detto. Durante il programma ‘I perfetti sconosciuti’ ci ha riferito che voleva parlare proprio di questo argomento perché, ci ha detto, ‘è una cosa che sento di dover condividere perché quando lo ho detto a voi e ai miei amici mi sono sentita meglio ed è andata meglio. Se questo può aiutare anche una sola persona, lo devo fare’. Lo ha fatto ed io sono stato fiero, fierissimo di lei”.
Il suo grande amore, il teatro, Bocci lo ha conosciuto quando era in procinto di laurearsi in geologia: “Stavo frequentando un corso di recitazione nelle Marche quando mi mancava solo un esame per poi discutere la tesi. Io e un mio amico abbiamo deciso di fondare una compagnia di teatro ‘La compagnia della Rancia’, nome derivante dal castello presente nelle Marche, un gioiello. Da lì ho capito che la geologia non faceva con me ed è partito tutto“.
“Quando dissi a mio padre che volevo lasciare lo studio di geologia e partire per il teatro – racconta Bocci – mi chiese ‘Va bene, ma come vivrai?’. Lui, fin da quando ero piccolo, mi ha insegnato a procurarmi il cibo perché vivevamo in campagna e coltivavamo nei nostri campi che io sono arrivato ad odiare ma che adesso penso ‘magari avercelo perché ti insegna a stare con i piedi a terra’. ‘Sì, faccio l’attore ma ho i piedi per terra e quello che c’è da fare lo faccio, mi hai insegnato tante cose e me la caverò’: così ho risposto a mio padre e così è stato”.
“Se mio padre è stato orgoglioso di me? Se lo è stato, era un orgoglio nascosto. Facevamo svariati spettacoli teatrali e chiedevo sempre a mio padre di venirmi a vedere ma non lo ha mai fatto. Ritagliava i pezzi di giornale in cui c’ero, li passava a mia madre che poi li dava a me, se lo avesse fatto lui direttamente era come ammettere di sapere cosa stavo facendo. Dopo 8 anni facemmo questo grande spettacolo e, durante i saluti finali, alzai gli occhi cercando mio padre e lo vidi. Gli ho fatto cenno chiedendogli com’era andata e lui mi rispose ‘ne parliamo dopo’. Mi aspettò a casa e lui stava facendo le parole crociate, alle 3 del mattino, e mi fece una critica, un’analisi della mia recitazione che io ancora mi porto dietro. Dopo quella volta, non è più venuto a vedermi recitare”.
Appassionato di vino, Cesare ha affermato che a cena deve sempre esserci: “Deve essere buono, anche solo mezzo bicchiere la sera ma di qualità”. Francesca Ceron, sommelier della delegazione AIS di Treviso, ha aggiunto che “il vino deve essere buono e fortunatamente noi viviamo in un paese dove ci sono dei produttori straordinari e abbiamo tantissime possibilità di bere in maniera adeguata e con grande qualità. La passione del cibo e del vino ha portato veramente a un grande cambio culturale soprattutto negli ultimi anni. Basta pensare a quanti corsi e master ci sono, a come i giovani si approcciano a questa passione propositiva. Il cibo e il vino sono veramente un bene culturale, quindi l’approccio con conoscenza rappresenterà un grande futuro e delle grandi prospettive per l’Italia”.
Mimì Augello – braccio destro de Il Commissario Montalbano -, Paolo Borsellino nel docufilm “Adesso tocca a me” di Rai 1 e il dottor Ceppi – in “Elisa di Rivombrosa” -, sono alcuni dei personaggi interpretati da Bocci. “Mimi Augello è stata una parte della mia vita perché sono stato vent’anni con questo personaggio straordinario. Qui ho imparato a bere il vino rosso con il pesce e mai lo avrei bevuto prima. Andammo a cena una sera con il regista, e ordinammo il pesce. Io ordinai il bianco ma il regista mi disse che stavo sbagliando e ordinò per entrambi il vino rosso. Da quel giorno bevo solo vino rosso con il pesce”.
Cesare Bocci partecipò, nel 2018, anche a “Ballando con le stelle”, e riuscì a vincere: “Io non ballavo prima e tutti mi dicevano che avevo il ritmo contrario alla musica. Quando mi chiamarono per affrontare questa sfida, dissi di no. Poi mi sono interrogato del perché io avessi risposto questo e ho capito che era solamente paura dettata da quello che mi dicevano e quindi ho accettato. È stato massacrante, ho portato i postumi nei mesi successivi al programma, mi alzavo la mattina e sembravo un robot. Eravamo però un bel gruppo, un gruppo di amici con tanto affetto gli uni per gli altri e avevo tantissimi consensi. Ho più ballato? No, ma in realtà farei una prossima stagione di Ballando perché ci sono dei professionisti dietro che ti fanno capire che il ballerino è una professione durissima. Allenamenti intensi tutti i giorni che noi attori non sappiamo nemmeno cosa siano”.
“Viaggio nella grande bellezza” è un programma in cui Cesare collabora con gli autori per la stesura dei copioni. “Io sono sempre stato abbastanza ignorante per quanto riguarda la cultura, ma quando ho iniziato a fare l’attore e ad andare in viaggio alla scoperta di nuovi territori, ho capito quanto mi mancasse. Quando sono arrivato nel programma ‘Il viaggio nella grande bellezza’, ho chiuso il cerchio. Abbiamo registrato gli episodi conclusivi lunedì scorso e andremo in onda poco prima di Natale”.
“Il legame con il territorio è importantissimo – afferma Ceron – Tornare alle proprie origini dà un senso di sicurezza, che ci danno la forza di condurre la nostra vita. I racconti che noi facciamo ai nostri figli diventano delle vere e proprie perle che rimangono nel tempo”.
“Un bel modo, quello delle degustazioni con personaggi conosciuti e amati, per conoscere il territorio – afferma l’amministratrice delegata di Castelbrando, Ivana Casagrande – e queste strutture, ville e castelli”. La presidente dell’associazione “Ville Venete”, la principessa Isabella Collalto De Croy, aggiunge: “Sono manifestazioni sempre diverse. Una volta “Sorsi d’autore” erano 4 e ora siamo arrivati a 7, una per ciascuna provincia del Veneto. Esse mostrano la realtà delle ville venete, ovvero una varietà variegata in cui puoi trovare veramente di tutto: si può passeggiare, organizzare eventi, soggiornare, apprezzare la gastronomia e i prodotti locali. Valorizziamo i nostri prodotti a km0 con un turismo esperienza”.
Gli eventi della rassegna “Sorsi d’autore” proseguiranno il 22 luglio alle 18.45 in Villa Venier Contarini, a Mira (Venezia) sede istituzionale dell’IRVV – Istituto Regionale per le Ville Venete, che farà da scenario all’incontro gratuito (previa prenotazione) con il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, la giornalista Bianca Berlinguer e lo storico dell’architettura e del paesaggio Amerigo Restucci.
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