Artigianato Vivo a Cison, la lettera di una giovane volontaria: esclusa dalla gita per gli abiti “troppo succinti”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una giovane lettrice. Il contesto al quale si riferisce è quello di Artigianato Vivo, la rassegna che da 38 anni si svolge ad agosto a Cison di Valmarino, richiamando visitatori da tutta Italia, conclusasi il Ferragosto da poco trascorso.

È tradizione che la Pro Loco cisonese si avvalga durante la festa dell’apporto di giovani non solo di Cison, ma anche dei paesi limitrofi e tra i villeggianti. I ragazzi, tutti i vestiti di arancione, svolgono un prezioso servizio e allo stesso tempo fanno gruppo divertendosi.

La lettrice che ci scrive era una di loro.

Anche quest’anno concludo le mie vacanze a Cison di Valmarino, il “paesino incantato”, anche se quest’estate di incantato ha presentato ben poco.

Come d’usanza decido di aggregarmi al gruppo dei volontari della Pro Loco per dare un aiuto, seppur esiguo, durante i dieci giorni di Artigianato Vivo. Purtroppo quest’anno l’esperienza non si conclude in bellezza, ma con questa lettera scritta con l’amaro in bocca.

Il caso è semplice: essendo minorenne necessito di un’autorizzazione firmata dal genitore per lavorare nel chiosco della Pro Loco come volontaria. Cinque giorni dopo la fine della sagra mi viene comunicato dai miei amici l’arrivo del messaggio che ricordava l’orario di partenza e arrivo per la gita all’Acqualandia (la giornata viene offerta dalla Pro Loco come ringraziamento).

Non avendo ricevuto alcun messaggio, scrivo alla segretaria per sapere se ci fossero problemi e scopro di un mio presunto allontanamento con conseguente esclusione dalla gita dovuto ai rimproveri ricevuti per un abbigliamento troppo succinto e un brindisi fuori orario all’interno del chiosco con un membro dello staff, anch’egli minorenne.

Questo accade cinque giorni dopo la sera di chiusura, durante la quale ho lavorato senza alcuna opposizione e dopo aver consegnato l’autorizzazione per la gita consegnatami dalla responsabile e accolta dalla medesima senza preclusioni.

A questo punto mi domando:

Perchè allontanarmi dal chiosco quando l’autorizzazione a partecipare alla gita era già stata accolta?

Perchè l’allontanamento dal chiosco, fatto decisamente importante, non è stato comunicato a me e ai miei genitori?

Ma, soprattutto, mi domando quale autorità educativa e quale formazione pedagogica ci sia dietro un provvedimento disciplinare così esclusivo.

Concludendo questa lettera mi chiedo infine secondo quali valori la Pro Loco si serve del lavoro volontario di minorenni, se questa è l’esperienza “formativa” che ne traggo.

Lettera firmata

Qui la replica del presidente della Pro Loco cisonese, Giorgio Floriani: “Cison, Giorgio Floriani presidente della Pro loco alla volontaria: una lamentela non è sintomo di malessere“.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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