E’ una tradizione, un linguaggio arcaico, vecchio migliaia di anni quello che vede i campanili dei paesi parlare attraverso le campane. Suoni diversi che annunciano da sempre gioie e dolori, minacce come il fuoco, momenti di gioia come battesimi e matrimoni e momenti tristi, come le morti, queste ultime scandite da quel suono particolarmente triste, a tre riprese, comunemente conosciuto come “l’Ave Maria da morto”, da non confondere con quella della sera.
A Mura le campane non annunceranno più alla piccola comunità la scomparsa di un paesano. A deciderlo e comunicarlo ai fedeli è stato il parroco di Cison e Tovena, don Adriano Sant. Ma i “muresi” non ci stanno. “Il suono dell’Ave Maria delle campane della chiesa di San Gottardo da sempre significa che uno dei nostri paesani se ne è andato – spiega Loris Perenzin, vice sindaco di Cison di Valmarino, che interviene in qualità di abitante di Mura – Addirittura, il giorno del funerale, è usanza che il carro funebre con il feretro si fermi qualche minuto di fronte alla chiesetta e anche in quel frangente sono le campane a dare l’ultimo saluto al feretro che poi prosegue verso Cison per le esequie. Ieri inspiegabilmente il parroco ha annunciato che le campane non suoneranno più”.
Perenzin prosegue, spiegando che sono le motivazioni addotte dal prelato a lasciare interdetta la comunità: “Il parroco sostiene che la chiesa deputata per i funerali è quella di Cison di Valmarino, pertanto è lì e solo lì che suoneranno le campane”.
Il vice sindaco racconta le perplessità e il disappunto dei suoi paesani, tanto che qualcuno vorrebbe suonarle lo stesso. Perenzin chiude con una esortazione: “Spero che don Adriano torni sui suoi passi. Non è solo una tradizione, ma è anche il modo più veloce per informare l’intero borgo che se ne è andato uno di noi”.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it