Gli scenari suggestivi offerti dal paesaggio di Rolle, frazione del Comune di Cison di Valmarino, sono finiti tra le pagine del Corriere della Sera, più precisamente nell’inserto “Buone Notizie”, uscito assieme al quotidiano nazionale nella giornata di oggi, martedì 7 luglio.
Un servizio del giornalista Paolo Riva e corredato dalle immagini del fotografo suseganese Arcangelo Piai, con una veduta panoramica del luogo e un momento della potatura dei vigneti, che ha ripercorso le peculiarità di un territorio che, oltre a essere divenuto dallo scorso anno Patrimonio Unesco, qualche annata fa è entrato tra i 37 mila Luoghi del Cuore scelti tramite i sondaggi del Fai, guadagnandosi ben 8.204 voti e un contributo pari a 13 mila euro.
“Benvenuti a Rolle dove il vigneto è una piccola magia” è il titolo del servizio, che ha dato luce all’agricoltura eroica che contraddistingue uno scenario dove paesaggio e capitale umano si sono stretti la mano, per condurre assieme un lavoro di valorizzazione di un territorio che ha poco da invidiare ad altre realtà e che nel 2004 è divenuto il primo borgo italiano tutelato dal Fai.
Una descrizione polifonica, quella restituita da Paolo Riva, che ha delineato le peculiarità delle colline cisonesi grazie alla testimonianza diretta di Enrico De Mori, residente di Rolle, oltre che volontario e delegato regionale del Fai, e di Diego Tomasi, ricercatore del Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano (Crea-Ve), il quale ha posto l’accento sull’eredità del territorio che continua a essere portata avanti.
Ma non è mancato neppure un commento da parte del sindaco di Cison di Valmarino Cristina Da Soller la quale, oltre al riferimento a Festa Granda, il brindisi augurale fatto lo scorso 21 giugno, ha sottolineato “la consapevolezza della popolazione di custodire un tesoro”.
Forse, come ha osservato il delegato Fai Enrico De Mori, ora “la sfida più difficile da affrontare è quella con la modernità, non da subire ma da accogliere e governare”.
“Da un lato – ha aggiunto De Mori – vogliamo impedire lo sradicamento delle antiche culture locali ma, dall’altro, evitare una statica musealizzazione del territorio”.
Obiettivi da tenere presenti, vista soprattutto l’epoca attuale dove la pandemia da Covid-19 ha risvegliato in misura ancora maggiore una certa “fame di casa nostra”, un desiderio di assaporare di più ciò che si può trovare a pochi chilometri di distanza, con una voglia di gustare, con ritmi differenti, il nostro territorio.
Uno spirito che nei prossimi mesi potrebbe dare vita a nuove iniziative o, più semplicemente, alimentare un continuo mutare del nostro approccio al territorio circostante.
Nell’attesa di scoprirlo, nel frattempo, è sicuramente degno di nota il fatto che il territorio locale continua a essere di interesse nazionale.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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