“Viviamo un tempo in cui la memoria della Resistenza non solo viene calpestata, ma i carnefici e i loro eredi vengono celebrati da alcune delle massime cariche istituzionali”. Lo storico e docente pievigino Daniele Ceschin ha esordito così ieri nel suo profilo Facebook alla vista del cimitero di Cison di Valmarino.
A suscitare tanta rabbia e disgusto lo stato delle tombe di tre partigiani. Sepolcri abbandonati a loro stessi, consumati dagli anni.
“Nei giorni scorsi Federico Gusatto, che qui ringrazio pubblicamente, mi ha segnalato lo stato di abbandono e degrado in cui versano le tombe e le relative lapidi, una addirittura spezzata e le altre due illeggibili, di tre partigiani nel cimitero di Cison di Valmarino”, scrive Ceschin.
Le sepolture sono quelle di Guerrino Possamai (“Drago”), fucilato a Tovena dai nazifascisti il 17 dicembre 1944, e di Leone Sasso (“Resistere”) e Giovanni Possamai (“Lavaredo”), fucilati a Pieve di Soligo dai militi della Decima Mas il 26 gennaio 1945 assieme ad altri quattro partigiani, tra cui Marino Zanella (“Amedeo”), comandante della Brigata Mazzini.
“Noi democratici e antifascisti – continua Ceschin – abbiamo il dovere morale, civile, politico e storico non solo di ricordare, ma di valorizzare dignitosamente e con decoro quei segni che nel territorio testimoniano il sacrificio della generazione partigiana”.
Ceschin si è tempestivamente messo in moto per chiedere aiuto alle istituzioni: “Ho chiesto all’Anpi locale, in particolare all’amico Renato Meneghin, di occuparsi del restauro e del ripristino delle lapidi. Verrà fatto nelle prossime settimane, mi auguro con la collaborazione dell’amministrazione comunale”.
(Foto: Facebook Daniele Ceschin).
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