Non è stata capita la provocazione sulla “manicure da asporto”, iniziativa lanciata qualche giorno fa da un’imprenditrice di Cison di Valmarino per accendere i riflettori sulle difficoltà che stanno incontrando tutte le persone che non possono lavorare nonostante le precauzioni e le misure di sicurezza adottate in questi mesi per limitare la diffusione del contagio da Covid-19.
Pinu Belladonna, nome di fantasia utilizzato nei social da una signora, aveva creato una vera e propria scenetta: si era messa a fare una manicure a una finta cliente dalla finestra del suo locale, immortalando quel momento con alcuni scatti fotografici e pubblicando in seguito le immagini nel suo profilo Facebook.
Contro ogni aspettativa, il post ha avuto molte condivisioni e sono arrivate anche delle lamentele perché qualcuno ha pensato che l’imprenditrice avesse realmente violato la legge, portando avanti un’attività non consentita in zona rossa.
Nelle foto in questione, Pinu Belladonna ha dimostrato come si possa fare la manicure in piena sicurezza, indossando guanti e mascherina e proteggendo se stessa e i potenziali clienti grazie a un divisore in plexiglass.
“Purtroppo la gente non ha capito la mia provocazione e qualcuno ha pensato che avessi veramente violato la legge – spiega l’imprenditrice della Vallata – Ho solamente utilizzato l’ironia per accendere i riflettori nei confronti di una situazione molto grave. Il mio lavoro per me è indispensabile e mi permette di vivere e di contribuire al mantenimento della mia famiglia. Non possiamo andare avanti in questo modo e ormai ci resta solo l’ironia per non pensare a quello che stiamo vivendo”.
Talvolta, nel “tempo sospeso” della pandemia, accade che neanche le provocazioni vengano capite, scatenando un effetto domino che ha dell’assurdo.
L’arma dell’ironia può aiutare molto ma ormai c’è chi ha finito le battute e anche le lacrime per piangere: è necessario uscire il prima possibile da questo incubo, altrimenti le conseguenze della pandemia, soprattutto quelle psicologiche, faranno danni incalcolabili alla società.
(Foto: Facebook).
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