Cison di Valmarino, lo splendore delle Vie dell’acque e dei mulini. Zaia: “Una bellezza naturalistica”

Se l’estate 2020 è all’insegna della riscoperta delle bellezze locali, Cison di Valmarino è sicuramente pronta per questo compito, con le sue Vie dell’acqua e dei mulini, un percorso storico-naturalistico in grado di testimoniare il passato artigianale dell’uomo, possibile grazie al passaggio del torrente Rujo.

Non a caso anche il governatore della Regione Veneto Luca Zaia ha sottolineato il pregio di quest’area, rilevando sulla propria pagina Facebook la “bellezza naturalistica del posto” e “il senso di pace e tranquillità dato dal rumore delle cascate“.

Percorso che parte dalla piazza centralissima di Cison, ovvero la nobile piazza Roma, e che risale la valle del torrente Rujo, un tempo, specie in epoca ottocentesca, percorsa da mulini da grano, attività artigianali, lavatoi, abbeveratoi, fontane e canalette.

Ma è stato anche un luogo di pesca e di svago per i ragazzini del posto.

Ancora oggi il percorso conserva le tracce di questa vita quotidiana legata alle acque del torrente, complici i cartelli esplicativi installati sulla via, per guidare a spasso nella storia, tra gli antichi mulini e gli edifici delle attività, non soltanto i turisti che ogni anno arrivano a Cison di Valmarino, ma anche cittadini di Comuni limitrofi desiderosi di capire meglio quella che è stata la storia locale del vicinato.

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Generazioni di mugnai e di fabbri hanno abitato quei luoghi, dove sorgeva una latteria, una filanda e una segheria: non a caso lì sorgeva un borgo detto Capretta Mugnai, dal nome degli ultimi mugnai attivi fino al 1868, oltre ai Masutti.

Lì sorgevano due ruote da mulino, una delle quali trasformata in motore idraulico tra il 1887 e il 1890 e, successivamente, in turbina per produrre energia elettrica, necessaria per il movimento di scrematrici e di un impastatore da burro della latteria di Cison.

La seconda ruota, invece, ancora esistente nel 1890 venne dismessa.

Ruote da mulino da grano, quindi, poi riconvertite ad altri usi, anche per attivare una segheria e che testimoniano un costante riutilizzo della potenza dell’acqua per facilitare l’economia paesana.

Non a caso, solitamente ad aprile, tali percorsi sono al centro della manifestazione “Il bosco incantato sulle vie dell’acqua”, dove musicisti e artisti contribuiscono a rendere magico un passaggio di per sé impreziosito dalla storia che lo ha caratterizzato e dallo scenario naturalistico circostante.

Un appuntamento che, purtroppo, quest’anno è saltato a causa del Covid-19 (qui l’articolo), ma che è stato parzialmente sostituito dal “Bosco incantato d’agosto” (qui l’articolo), con opere frutto dei laboratori dei centri diurni locali, in mostra fino al prossimo 31 agosto.

Sicuramente c’è tanto del nostro territorio locale che ancora resta inconosciuto e quest’estate potrebbe essere l’occasione giusta per poter approfondire il patrimonio che ci circonda.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Luca Zaia).
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