Proprio oggi, domenica 13 dicembre, è il giorno di Santa Lucia, protettrice della vista e di tutti coloro che soffrono a causa dei problemi legati a questo aspetto: una giornata molto sentita specialmente nella località di Zuel di Qua, nel Comune di Cison di Valmarino.
A Zuel di Qua, infatti, sorge una chiesetta dedicata a Santa Lucia, collocata all’incrocio tra la strada del Caldarment e la via per Rolle.
Della chiesetta esistono attestazioni che fanno risalire la sua fondazione almeno dal 1397: l’edificio religioso venne in seguito ampliato indicativamente negli anni venti del Settecento, per poi subire dei lavori ulteriori verso la fine dell’Ottocento, epoca in cui furono riportati alla luce alcuni segni che facevano pensare all’esistenza di un cimitero in passato.
Al suo interno, inoltre, la chiesetta conserva sull’altare una pala, realizzata dall’artista austriaco Mattia Grempsel, che osserva gli “ex voto” e i ringraziamenti lasciati da quanti si sono in precedenza recati lì per invocare la santa e poter risolvere i problemi di vista personali e dei propri cari.
Un tempo, era abitudine ripetere il detto che “A Santa Lucia il freddo s’invia”, ovvero che proprio dal giorno dedicato alla patrona aveva inizio un periodo freddo e nevoso ed era consuetudine la celebrazione di una messa, in memoria della Santa: una tradizione rimasta immutata nei tempi considerando che, oggi come allora, nella chiesa che domina le valli del Soligo e di Sottocengia è stata celebrata una funzione religiosa.
Una ricorrenza che in passato, come ricordano gli anziani del luogo, vedeva arrivare la gente da tutta la vallata per pregare nella chiesetta, fuori della quale erano situate delle bancarelle con mandorlato e dolciumi: dettagli che oggigiorno potrebbero sembrare scontati, ma che non lo erano ad esempio all’epoca dei nostri nonni, quando i dolci non erano così frequenti nel corso dell’anno.
Una tradizione, quella della messa di Santa Lucia a Zuel di Qua, che rimane immutata dinanzi allo scorrere del tempo, delle epoche e delle abitudini e che fa parte, a tutti gli effetti, del patrimonio socioculturale del posto.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Mirca Biz).
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