Da ieri Zuel di Qua, splendida frazione di Cison di Valmarino, nel cuore del Patrimonio Unesco, ha la sua centenaria. Regina Favalessa di cose da ricordare e raccontare ne ha molte, perché chi arriva a spegnere 100 candeline ne ha fatta tanta di strada.
Nata a Gai il 16 dicembre 1919, all’indomani della fine della Grande Guerra, in una Sinistra Piave che “si leccava le ferite” della dominazione austroungarica, un anno che verrà ricordato con l’appellativo di anno della fame. Delle elementari Regina ricorda le poesie che la maestra voleva imparasse a memoria.
Bella e con un sorriso meraviglioso, così appare in una foto in bianco e nero che la ritrae a 20 anni. Come si usava all’epoca, era già convolata a nozze nel 1938, a soli 19 anni, con Natale Benincà. Un matrimonio lungo e felice, che le ha regalato cinque figli e un marito che lei definisce “affettuoso”, che le manca molto (morì nel 1997).
Il duro lavoro dentro casa e nei campi, sulle rive della viticoltura eroica, fino alla svolta nel 1967, quando, restaurando un portico in Zuel, nasceva “L’osteria al cacciatore”.
Una cucina semplice, con i piatti della tradizione: dalla “pasta e fasoi”, allo “speo”, senza tralasciare la selvaggina, la specialità della casa che Regina sapeva cucinare come pochi.
Regina ha passato il testimone del locale alla nuora Maria Gusatto, moglie di Ottorino Benincà, che ha continuato lo stesso tipo di cucina, basata sulla qualità degli ingredienti e sulla gentilezza in sala.
Otto nipoti e nove pronipoti chiudono il quadro di una vita da incorniciare, tra le mura domestiche e gli affetti familiari.
Nessuno ha voluto mancare alla grande festa di ieri sera: dal sindaco Cristina Da Soller al parroco don Gianpietro Zago, ai paesani tutti, per finire con gli affezionatissimi avventori. Come recitava uno striscione, mai come in questo caso si può dire: “Una vita da Regina”.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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