A collegare Sergio Papa alla Fiat Panda rubata e ritrovata bruciata, con la quale secondo la procura si è spostato l’assassino di Loris e Annamaria Nicolasi, sono stati Roberto Papa e la sua compagna Salomè.
Lo hanno detto ai carabinieri, pochi giorni dopo che Sergio era stato arrestato, consentendo così alla procura di tracciare ulteriormente i movimenti dell’unico sospettato per il delitto di Rolle.
È quanto è emerso ieri, durante l’udienza del processo per duplice omicidio volontario a carico del 36enne di Refrontolo, dalle dichiarazioni di alcuni dei carabinieri del nucleo investigativo di Treviso che hanno indagato sul delitto.
A loro Roberto e la compagna avrebbero confidato che Sergio, il primo marzo, era arrivato a casa loro a bordo di una Fiat Panda. Secondo gli inquirenti la stessa che, la sera prima, era stata rubata a Rua di Feletto poco distante dal bar nel quale Sergio Papa è stato visto da vari testimoni.
La stessa che, il giorno del delitto, un testimone avrebbe visto vicino alla casa dei Nicolasi memorizzando anche un parziale della targa.
Roberto Papa ha anche detto di aver intimato al fratello di portare via quell’auto da casa sua nel pomeriggio del primo marzo, dove lo stesso era stato sorpreso il giorno prima dai Nicolasi nel loro ricovero attrezzi a Rolle.
E Sergio si era allontanato su quell’auto, ritrovata bruciata la notte stessa. Queste dichiarazioni però, va precisato, non hanno alcun valore processuale e la corte non potrà tenere conto.
Perché Roberto Papa e la compagna, hanno infatti deciso di non confermarle durante il processo e quando sono stati chiamati a testimoniare si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Per questo la difesa si è opposta alle dichiarazioni dei militari. Difesa che ieri è comunque riuscita a dimostrare come non vi sia traccia dei movimenti di quella Fiat Panda nelle immagini delle telecamere acquisite dalla procura nella zona tra la casa del delitto a Rolle, quella di Roberto Papa a Miane, Rua di Feletto e Refrontolo dove viveva Sergio Papa.
L’avvocato Nava si è concentrata anche sull’analisi delle celle telefoniche e dei tabulati dell’intera famiglia Papa, facendo rilevare alla corte come, né il giorno precedente né il giorno del delitto il telefono di Sergio Papa abbia agganciato la cella che copre Rolle e la casa del delitto.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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