Un luogo ideale ha ospitato una mostra ideale ieri pomeriggio a Cison di Valmarino. Ideale perché le Case Marian hanno intrisa nei loro muri la storia della vita contadina e, ancora, perché il museo che ospitano è una testimonianza di un passato che sta velocemente sfuggendo alla nostra memoria.
L’inaugurazione del museo che vuole raccontare e raccogliere le fatiche dei secoli scorsi è avvenuta grazie al patrocinio del Parlamento Europeo, della Regione del Veneto e dell’associazione per le Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità Unesco e ha previsto anche una lettura scenica concepita appositamente da Tiziano Scarpa, scrittore e vincitore del 63mo Premio Strega, e un concerto della Piccola Orchestra Veneta.
L’assessore alla cultura Cristina Munno racconta che si tratta di un museo temporaneo proprio perché tratta saperi e memorie, e queste non sono mai finite o prevedibili: “Il museo cambierà prendendo forse nuove forme e accogliendo nuovi reperti arricchendosi mano a mano della storia che ci riguarda da vicino e che assume una funzione documentale”.
L’allestimento è stato pensato appositamente per il piano terra delle Case Marian, edificio tipico della storia agricola locale e si compone di cinque sezioni che approfondiscono i temi del bosco, della fienagione, del latte, della viticoltura e del mondo domestico.
“Non è un punto di arrivo ma un passaggio intermedio, questo non è solo un modo per riallocare degli oggetti ma una forma di ricordare da dove veniamo. Siamo orgogliosi di essere premiati per il paesaggio Unesco, ma ricordiamo che questo stesso paesaggio è il frutto del lavoro e fatica che documentiamo con questo museo, il primo tributo alla memoria delle nostre genti” commenta il primo cittadino Cristina Da Soller.
Ruraliă ha visto la collaborazione della Pro loco di Cison che, come ha sottolineato il sindaco, ha collaborato attivamente per l’allestimento degli spazi, e ha potuto contare anche sul sostegno di numerosi partner come Home Cucine e Banca Prealpi SanBiagio, tramite l’ufficio agricoltura: “Abbiamo pensato, insieme all’amministrazione, di rivitalizzare tutti quegli oggetti della civiltà contadina” commenta Luciano Soldan, referente per l’ufficio agricoltura di Banca Prealpi Sanbiagio che ha avuto un ruolo fondamentale per il museo raccogliendo nel corso degli anni una straordinaria collezione di materiali, oggetti, strumenti agricoli e artigianali. “Parliamo di un vera e propria civiltà, dove l’uomo era a contatto diretto con la natura e gli animali erano parte integrante della famiglia. Pensiamo che gli strumenti esposti siano impregnati del sudore e della fatica ma anche delle lacrime, di gioia e di dolore, dei nostri contadini”.
“Stiamo parlando di qualcosa che va oltre al concetto di tradizione: parliamo di territorio inteso come interazione attiva tra l’uomo e l’ambiente. Parliamo di comunità e senso di appartenenza a un luogo e noi come banca sappiamo bene che non si tratta solo di “essere di un luogo” ma di saper leggere e rispondere agli stimoli e ai bisogni di un determinato ambiente” commenta il presidente di Banca Prealpi SanBiagio Carlo Antiga.
Oltre al museo, visitabile liberamente nei weekend e su appuntamento durante la settimana, a partire da ottobre verranno organizzati laboratori per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, geo-esplorazioni e momenti di approfondimento e scambio legate all’agricoltura e all’artigianato.
Al nuovo allestimento hanno collaborato professionisti in ambito editoriale ed espositivo come Saul Marcadent ed esperti di grafica come Yalp, agenzia di comunicazione a Treviso, in dialogo con persone del luogo e conoscitori del valore immateriale della collezione.
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