Cison, il generale Giampaolo Ganzer a Castelbrando: una vita in prima linea contro terrorismo e malavita

Lo scorso mercoledì 11 aprile il generale Giampaolo Ganzer (nella foto) è stato ospite di una conviviale organizzata dal Rotary Treviso Piave, presieduto da Corrado Balliana, nella loro storica sede di Castelbrando, un appuntamento creato in collaborazione con i Club Rotary Opitergino Mottense, Asolo, Montebelluna, Treviso Nord e con il Club Inner Wheel Conegliano-Vittorio Veneto.

Ganzer è stata una figura di spicco nella scena della cronaca italiana: negli anni Settanta ha fatto parte del Nucleo speciale antiterrorismo guidato dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, mentre nel 1985 ha arrestato una prima volta Felice Maniero.

Inoltre ha rivestito un ruolo fondamentale nello smantellamento della colonna veneto-friulana delle Brigate Rosse, mentre dal 2002 al 2012 è stato comandante del Raggruppamento operativo speciale dell’Arma dei Carabinieri (Ros), nucleo con competenza sulla criminalità organizzata e terrorismo.

Visto l’elevato profilo di Ganzer e il ruolo rivestito sullo scenario italiano, anche se il tema scelto per l’incontro riguardava il terrorismo internazionale, la serata è stata l’occasione propizia per approfondire un ampio spettro di tematiche.

“In merito a quanto sta avvenendo in tema di terrorismo – ha affermato il generale – l’obiettivo dello jihadismo è quello di realizzare un califfato e di instaurare dei regimi teocratici. Già alla metà degli anni 2000 ci siamo accorti come i soggetti coinvolti in queste cellule terroristiche fossero inizialmente sottoposti a un processo di radicalizzazione ideologica”.

“Si può parlare davvero di un lavaggio del cervello – ha aggiunto Ganzer – che avviene tramite l’ausilio di siti appositamente predisposti, dove vengono condotti dibattiti su temi religiosi e per questo sono stati oggetto di analisi di una valutazione e di una verifica. I soggetti che hanno tentato o sono riusciti a porre in atto azioni terroristiche, sono stati dei frequentatori assidui di questi siti”.

“In ambito italiano – ha spiegato il generale – è fallita un’azione progettata contro la caserma dell’esercito a Milano, come non è giunto a compimento un’azione diretta a piazza San Pietro, dove alcuni terroristi erano pronti a lanciare dei razzi da una palazzina adiacente”.

“Fortunatamente – ha ammesso Ganzer – una normativa del 2001 ha consentito un intervento più mirato in occasione di situazioni di aggregazione, anche se un certo tipo di costi si ripercuotono sulla gestione della sicurezza negli aereoporti e in relazione alle manifestazioni. Tuttavia, c’è da dire che a mio parere è fuori luogo pensare di mutare il nostro stile di vita e ci sono cose per cui non si può chiedere di rinunciare. L’Italia al momento ha visto un sensibile incremento del proprio turismo proprio in ragione dell’assenza di aggressioni, al contrario verificatesi in altri Stati”.

Carlo Alberto Della Chiesa carabinieri(Il generale Dalla Chiesa)

Nel corso della serata e vista l’esperienza di Ganzer, non sono mancate parole per ricordare il carismatico e intramontabile profilo del generale Dalla Chiesa e la controversa figura di Felice Maniero, criminale veneto noto alla cronaca con il soprannome di “faccia d’angelo”.

“Dalla Chiesa – ha ricordato Ganzer – prima di un ufficiale era una personalità carismatica e che sapeva coinvolgere i proprio collaboratori. Lui ci ha insegnato un metodo investigativo che consisteva, in una prima fase, nello studio capillare dei documenti, seguito da un’attenta analisi del modus operandi del nemico. Le indagini dovevano sempre lasciare un cosiddetto ‘ramo verde’, ovvero degli elementi necessari affinché le indagini stesse potessero proseguire”.

“Maniero – ha raccontato il generale – l’ho conosciuto per la prima volta quando aveva 17 anni ed era ricercato per l’incendio di un night. Successivamente ho avuto modo di trovarmi faccia a faccia con lui nell’arresto del ’75/’76 a Lignano e poi nel 1985. Era stato autore del rapimento del mento di Sant’Antonio e aveva una notevole intelligenza. Per chi non lo conosceva come il criminale che era, di primo acchito lo avrebbe potuto definire un simpatico ragazzo”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata e Arma dei Carabinieri).
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