Sergio Papa si sarebbe lamentato del suo avvocato, dicendo di essere scontento dei metodi comunicativi e l’avrebbe fatto con un compagno di cella che sarà ora sentito in aula. E’ il nuovo colpo di scena nel processo a carico del 36enne di Refrontolo, accusato del duplice omicidio di Loris e Annamaria Nicolasi.
Il detenuto, che per un periodo ha condiviso la cella con Papa, ha scritto al pubblico ministero Davide Romanelli riportando alcune dichiarazioni che il 36enne avrebbe fatto sul delitto. In quella lettera in seguito alla quale il detenuto è stato sentito dal magistrato, vi era il riferimento anche ad alcuni giudizi negativi che l’imputato avrebbe espresso nei confronti del suo avvocato Alessandra Nava.
Frasi con le quali Papa si sarebbe lamentato della difficoltà di comunicare con il legale e si sarebbe spinto a dire “Se le cose non vanno come dico io finisce male”. Motivo per il quale, nell’udienza di ieri, l’avvocato della difesa ha chiesto un rinvio per poter valutare: “Dichiarazioni che sulla carta potrebbero minare il rapporto fiduciario con il mio assistito”.
Ma come ha poi spiegato l’avvocato Nava: “Le lamentele di Papa riguardano i verbali del processo dei quali veniamo in possesso solo il mercoledì, un giorno prima dell’udienza successiva che vorrebbe avere prima. Ma nemmeno noi abbiamo il tempo di leggerli. Perché purtroppo questo processo sta correndo un po’ troppo, e mi pare ci sia più interesse a finire nei tempi piuttosto che a chiarire bene le cose”.
Per questo la difesa ha chiesto un rinvio più lungo che è stato accordato, la prossima udienza si terrà infatti il 31 ottobre. Accolta anche la richiesta della procura di sentire in aula il detenuto, contro la quale si era invece opposta Nava: “L’ennesima testimonianza fotocopia delle altre, con la sfilata di detenuti che offrono collaborazione, magari in cambio di benefici carcerari”.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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