Ieri pomeriggio, nella chiesa dell’Assunta di Cison di Valmarino, non mancava nessuno per l’ultimo tributo a monsignor Venanzio Buosi, per tutti “il don”, storico parroco del paese mancato lunedì scorso all’età di 92 anni. Dagli ultrasettantenni, alle persone di mezza età, passando per i giovani fino ai bambini della materna: l’intero paese si è ritrovato sotto le navate della parrocchiale per esprimere l’affetto e la gratitudine a quello che non è stato un semplice parroco.
Don Venanzio, fin dal suo arrivo nel lontano 1966 a Cison di Valmarino, ha saputo toccare le corde del cuore dei suoi parrocchiani. La banda, la mini banda, i gruppi folkloristici, i cori, i campeggi. Intere generazioni di cisonesi ieri avevano un ricordo legato al loro amato prete che in molti casi li ha accompagnati per un’intera vita.
Il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, nell’omelia ha ricordato don Venanzio leggendo e commentando alcuni passi del suo testamento spirituale (qui l’intero documento), scritto dal religioso nel 2011. “Con uno sguardo alla mia vita, sento affiorare alla coscienza , in primo luogo, un profondo ringraziamento a Dio per il dono grandissimo del sacerdozio”. Con queste parole inizia l’inteso testo, che racchiude l’essenza della vita di don Venanzio. “Mi sovviene, inoltre l’entrata a Cison, il 18 dicembre 1966, la calorosa accoglienza dei fedeli, le numerose attività svolte negli anni successivi, la disponibilità trovata nell’intera popolazione, di cui ho sempre apprezzato lo spirito di sacrificio, la laboriosità e l’impegno a favore del bene del paese”.
Archivio storico diocesano di Vittorio Veneto, archivio misto, parrocchie, Cison di Valmarino, 32.
In questo passaggio c’è tutto l’amore per la sua Cison. Nessuno ha saputo interpretare “l’essere cisonese” come don Venanzio, il prete che ha capito che l’evangelizzazione poteva passare per l’aggregazione ed il senso di appartenenza ad una comunità. Le tre vocazioni sfociate in altrettanti bravi parroci, avvenute durante il suo ministero sacerdotale in paese, lo testimoniano.
La cerimonia arricchita dai cori parrocchiali e dalla Banda musicale del paese è scivolata via veloce, con tanto di lungo applauso finale. Al cimitero, prima della tumulazione, le associazioni del paese hanno letto un messaggio di saluto e ringraziamento a don Venanzio, con i bambini della materna che hanno liberato in cielo palloncini colorati in un ultimo saluto. E allora le parole di chiusura del testamento di don Venanzio assumono un senso compiuto: “Il mio più profondo desiderio è che possiate custodire il tesoro della fede, affinché tramite essa possiate pervenire alla gioia del paradiso. Amatevi”.
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(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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