Dopo le restrizioni, e l’apertura che ha avuto il prologo con l’imponente manifestazione dello scorso fine agosto con il Raduno al Bosco elevato a cerimonia nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini, il Memoriale delle Penne Mozze ha riaperto in grande stile alle visite degli studenti.
E in un momento come questo, dove l’importanza di non dimenticare è tornata fortemente a farsi sentire, ha assunto per questo particolare importanza la visita al Bosco delle Penne Mozze della scuola secondaria di 1. grado “Ugo Foscolo” di Preganziol.
Lo scorso venerdì 27 maggio, infatti ben 142 studenti delle classi terze, mai un numero così elevato prima d’ora in una sola volta, hanno percorso i sentieri del Memoriale che sfiorano le stele poste a dimora nel ricordo degli alpini trevigiani e italiani delle varie sezioni, caduti e dispersi. L’uscita è stata resa possibile grazie alla collaborazione ben coordinata tra gli alpini del Gruppo di Preganziol e i docenti della scuola. Con loro anche il sindaco di Preganziol Paolo Galeano, che ha manifestato con la sua presenza l’importanza di fare memoria.
Accolti dal presidente dell’As.Pe.M. l’Associazione delle Penne Mozze, Varinnio Milan hanno seguito l’alzabandiera, la deposizione di una corona e la recita della Preghiera dell’Alpino. Questo come introduzione alla visita.
“Gli studenti – dice Milan – con interesse hanno prima seguito la spiegazione e con la curiosità ed il desiderio di apprendere dimostrato sono poi entrati nell’anima del Bosco. E sono stati con questo molti gli spunti che li hanno portati a riflettere sul senso delle guerre, mai giustificate, facendosi convinti che la pace cammina sul filo del rasoio e della necessità di lavorare ogni giorno tutti insieme per mantenerla. D’altra parte sono ora le nuove generazioni la fonte alla quale dobbiamo attingere a piene mani. Saperli coinvolgere ci è di enorme aiuto per far nascere e coltivare una maggiore coscienza civica nei cittadini di domani”.
I ragazzi hanno arricchito con l’occasione il loro bagaglio di nozioni salendo al Bosco delle Penne Mozze attraverso il percorso della Via dell’Acqua, lungo il quale prosperava un tempo l’attività contadina e artigiana dell’antico borgo di Cison di Valmarino.
(Foto: Aspem).
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