Il fascino nascosto della Vallata: il viaggio di Qdpnews.it nelle Grotte del Ciclamino e del Landrel

Non è un mistero che le Prealpi Trevigiane siano costituite per la quasi totalità da rocce di tipo calcareo, per loro natura soggette all’erosione delle acque piovane che sciolgono i minerali in esse contenuti. In questo modo si creano fessure nella roccia attraverso le quali filtra l’acqua che scorre in fiumi, scavando grotte. Nei soli Comuni della Vallata, ne esistono ben 80 di censite.

Qdpnews.it non poteva resistere alla tentazione di andare a conoscerne alcune, per capire come si sono formate, il loro ruolo storico e sociale in rapporto al lavoro umano, alle leggende e gli aspetti religiosi. Armati di zaino, scarponcini ed elmetti da minatore siamo partiti alla scoperta di un mondo ai più sconosciuti, dove stalattiti e stalagmiti, pipistrelli, salamandre e viste mozzafiato la fanno da padrone. Ad accompagnarci Cristina Munno, assessore alla cultura del Comune di Cison di Valmarino e coautrice del libro ”La luce della montagna – Grotte, abissi e cavità della Vallata e della valle del fiume Soligo” ultima opera della collana editoriale “Quaderni del Mazarol” e Mirca Biz, speleologa e custode della Grotta del Ciclamino.

Proprio da quest’ultima è iniziato il nostro viaggio. Ubicata a nord dell’abitato di Cison di Valmarino, sulla strada comunale che dal centro porta al Bosco delle Penne Mozze, fu scoperta tra il 1967 e il 1968, durante i lavori di allargamento della strada ed è a tutti gli effetti una grotta “didattica”, che nei primi anni successivi alla scoperta provocò grande stupore.

Tanti ragazzi si sfidavano, intrufolandosi per esplorarla e purtroppo fu anche depredata delle più belle concrezioni. Negli anni settanta venne riempita di materiale inerte per evitare che qualcuno si introducesse all’interno. Nel 2011, grazie al lavoro dei volontari dei gruppi speleologici, fu ripulita da 120 quintali di materiale e riportata alla sua naturale bellezza.

Entriamo scendendo la scala a pioli per circa 8 metri, rimanendo a bocca aperta, ci spiegano che la più antica stalagmite presente in grotta ha un’età di 34mila anni e forse più. All’interno incontriamo anche pipistrelli e salamandre. La temperatura è di circa 12 gradi e può esser visitata solo a scopo didattico, attraverso visite guidate, con adeguata attrezzatura e con accompagnamento di uno speleologo.

Tornando alla luce del sole, partiamo in direzione Miane, Santuario del Carmine per raggiungere la grotta del Landrel. Arrivati a quota 956 metri, sul crinale delle maestose Prealpi di Miane, su un’altura che sovrasta il bellissimo borgo di Posa Grande e il santuario, ci troviamo di fronte ad un antro largo dieci metri e alto quattro conosciuto come “Landrel”. Qui ci colleghiamo alla tradizione popolare religiosa, che vorrebbe fosse stato un pellegrino partito dalla Terra Santa, precisamente dal Monte Carmelo, a donare ai pastori di Miane durante il suo transito in Vallata, una statuetta in legno dedicata alla Madonna del Carmelo.

I pastori l’avrebbero posizionata proprio all’interno della grotta del Landrel. Successivamente i mianesi, secondo la leggenda, vollero trasportarla in paese , ma la statuetta divenne talmente pesante da costringerli a fermarsi nel luogo dove in seguito fu edificato il “Capitello Vecio”, noto come “Capitello del Carmine”.

Gli abitanti di Visnà riprovarono a portarla nella loro chiesa nel borgo, ma la statuetta della Vergine continuava a ritornare nel capitello Vecio. Dopo altri eventi miracolosi, i mianesi decisero di edificare l’attuale Santuario del Carmine.

Esistono altre leggende, come quella che riporta ad uno scultore di Miane che sarebbe l’autore della statuetta. La data di costruzione del Santuario risale ad un periodo compreso tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600. Il panorama che si gode da lassù è meraviglioso e una visita, che sia per fede o per semplice trekking, ne vale sicuramente la pena.

La nostra prima giornata per grotte e anfratti è volata e ci ha riservato soprese e meraviglie. Ma non è finita, ci abbiamo letteralmente preso gusto e altre cavità ci aspettano, a cominciare dalla Miniera di lignite di Campea, nostra prossima meta.

(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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