Domenica di celebrazioni ieri a Cison di Valmarino, dove è stata intitolata la sezione dell’Associazione nazionale Carabinieri alla figura di Bruno Pilat (1913-2006), carabiniere e medaglia di bronzo al valor militare.
Nato il 13 aprile 1913 a Follina, si rese protagonista di un episodio di coraggio: in un luogo isolato riuscì infatti a disarmare un pregiudicato, in possesso di una pistola carica e responsabile di un grave ferimento.
Una volta disarmato, mentre lo conduceva in caserma, il pregiudicato ferì Pilat a sorpresa alla gola, con un coltello. Nonostante le ferite, il carabiniere riuscì ad affrontarlo, colpendolo a morte con un colpo di pistola.
Un fatto per cui nel 1935 ricevette la Medaglia di bronzo al valor militare, ma non fu l’unica onorificenza ottenuta.
Ricevette anche la Medaglia d’argento al merito civile, per essere riuscito a far fuggire centinaia di ebrei confinati ad Aprica (Sondrio), accompagnandone alcuni addirittura fino al confine svizzero.
Collaborò con i partigiani e aiutò numerosi prigionieri alleati, ma venne catturato per la sua attività antifascista e venne deportato in Germania, dove visse la tragedia della prigionia in campo concentramento. Campo di prigionia da cui però riuscì a fuggire.
Divenne inoltre Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica italiana.
La cerimonia di intitolazione
La cerimonia è iniziata in mattinata, con il ritrovo alla casa natia di Pilat, situata a Valmareno, dove è stata scoperta una targa commemorativa.
Successivamente è stata celebrata la Santa Messa alla chiesa parrocchiale di Cison di Valmarino, celebrata dal cappellano militare della Legione Carabinieri “Veneto”.
Infine si è svolta la cerimonia di intitolazione della sezione al carabiniere Bruno Pilat, con lo scoprimento di una seconda targa commemorativa.
Tutto alla presenza del sindaco di Cison di Valmarino Cristina Da Soller, dei primi cittadini del territorio e dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche.
“Si tratta di un iter che è iniziato nel 2013 – ha raccontato il capitano Francesco Ragusa, socio dell’Anc di Cison di Valmarino e promotore dell’iniziativa – Sulla scrivania del presidente della sezione vidi un trafiletto del Corriere della Sera, in cui si parlava di Bruno Pilat e della Medaglia d’argento ricevuta”.
Iniziarono così le ricerche, per ricostruire questo capitolo di storia: “Contattai una persona che aveva il cognome Pilat, ma scoprii dopo che non aveva un legame con la famiglia di Bruno Pilat. Tuttavia conosceva la figlia Bianca – ha continuato – Le scrissi una lettera e avvenne la ricostruzione di questa storia, oltre alla proposta di intitolazione inviata al Ministero”.
Nel 2015 venne intitolata a Bruno Pilat sia la stazione dei Carabinieri di Cison di Valmarino che un parco giochi (con tanto di monumento) a Follina.
Poi la cerimonia di ieri, dove la sezione dell’Anc e la sua casa natia sono state onorate di una targa e dell’intitolazione.
Come ha letto Ragusa nel suo discorso, è stato un modo per ricordare una figura dal grande “senso del dovere, umanità e altruismo”, a “difesa della legalità e delle istituzioni”.
Un modus operandi condotto sempre “in silenzio e senza voler apparire”, a “a difesa della collettività”: ora, come emerso nel discorso di Ragusa, c’è l’obiettivo di far riconoscere Bruno Pilat come “Giusto tra le Nazioni”.
(Autore: Arianna Ceschin)
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