“In questo processo stanno emergendo troppe irregolarità, procedurali e formali, che ledono i diritti dell’imputato. Agiremo anche con azioni nei confronti di chi ha sbagliato”. L’avvocato Alessandra Nava sferra l’attacco nel processo a carico di Sergio Papa, accusato del duplice omicidio di Loris e Annamaria Nicolasi.
Oggi alla corte d’assise del tribunale di Treviso, si è tenuta una nuova udienza e non sono mancati i colpi di scena a cominciare dalla sua ferma opposizione all’audizione di un teste in merito a una nota informativa, relativa a un’attività di osservazione effettuata il giorno del delitto, che non era presente nel fascicolo.
Denunciando la “violazione del contraddittorio perché, non essendo a conoscenza dell’oggetto di quella nota fino all’udienza non aveva potuto svolgere indagini difensive” ha chiesto e ottenuto che il teste non fosse sentito.
Contestate anche le modalità del fermo di Papa: “Ha saputo che era stato fermato per l’omicidio dei Nicolasi – spiega il suo avvocato Nava -, solo quattro ore dopo essere stato prelevato a Mestre – spiega l’avvocato Nava -. Ha chiesto di parlare con la famiglia e gli è stato negato e per questo ha avuto quell’atteggiamento poco collaborativo che oggi viene usato contro di lui in questo processo”.
La difesa sta cercando di demolire, passo dopo passo, tutto il castello di accuse partendo anche dalla forma. Come nel caso di un accertamento per il rilievo delle impronte che sarebbe stato eseguito due volte, sul contenuto di una scatola di un cellulare sequestrato il 3 marzo 2018: “Stupisce che nessuno degli inquirenti né il pm abbiamo ritenuto di verificare, attendendo piuttosto una settimana prima della scadenza termini di marzo 2019 per chiedere la proroga della custodia che a nostro parere è stata illegittima”.
Contestate infine anche le operazioni di repertamento del materiale biologico trovato sotto le unghie di Annamaria Niola, nel quale è stato trovato il dna di Sergio Papa: “La nostra genetista Solange Cigliero Sorcaburu – conclude Nava -, ha spiegato che l’attività di prelievo e repertazione fatta dal medico legale non è rispettosa dei protocolli internazionali e questo impedisce una valutazione precisa del risultato di laboratorio”.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: web Tribunale Treviso)
#Qdpnews.it