“Non c’è storia” si è soliti dire quando abbiamo di fronte una sfida impossibile, un verdetto annunciato che non lascia scampo allo sfidante. Miane e la famiglia Brandolini sono legati da un rapporto inscindibile e di grande pregio storico-culturale che ci fa proprio dire “non ce n’è per nessuno”.
Le ricerche del gruppo di lavoro “Il museo diffuso di Miane” hanno rivelato interessanti “chicche” sul complesso architettonico della “chiesa madre”, l’arcipretale voluta e finanziata da monsignor Sigismondo Brandolini Rota, vescovo di Ceneda dal 27 marzo 1885 all’8 gennaio 1908. Non solo è la più grande chiesa, dopo la cattedrale, della Diocesi di Vittorio Veneto, ma anche il suo campanile ha una storia di notevole rilievo.
In origine, almeno a partire dal XII secolo, il campanile era una torre di vedetta, in quanto collocata in posizione strategica per “controllare la Valmarena dalle frequenti invasioni”. Poi, probabilmente nel 1436, la Repubblica di Venezia non ritenne più necessario preoccuparsi della difesa della Vallata in quanto ne affidò l’amministrazione e la difesa (come ricompensa per i servizi resi) al capitano di ventura Brandolino Brandolini.
Il campanile di Miane, con le sue oltre 600 “primavere”, ha dunque un duplice record: è l’edificio più alto con i suoi 32,5 metri e il più antico (forse uno dei più antichi della zona). Ma non basta. E’ anche uno dei campanili meglio conservati esternamente, infatti sotto alla bifora che guarda verso Sud è presente un’iscrizione di colore rosso (nella foto sopra) ben conservata che risale al 1571 (l’anno dell’eroica vittoria cattolico-veneziana a Lepanto). Su di essa si legge: “Fu principiato questo campanile da Andrea Muraro da Solighetto nell’anno 1571, principiato e finito da Pietro figliolo di Zuane da Vergomano“.
Questa bella storia ebbe un grande shock durante l’invasione austro-ungarica della Sinistra Piave: tutte le campane furono requisite tra il 1917 e il 1918 per farne cannoni, così accadde anche a quelle di Miane. Quelle attuali infatti furono realizzate dai “mastri campanari” De Poli di Vittorio Veneto e inaugurate nell’ottobre 1921.
Oggi la torre campanaria splende in tutta la sua bellezza e continua a custodire preziosi record che non sempre la comunità locale conosce.
(Foto: per gentile concessione di Renato Sandel).
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