Arrivano risorse fresche (e cospicue) per quattro Comuni dell’Alta Marca. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza aveva attivato “l’Investimento 2.1 Attrattività dei Borghi”. Si trattava di un finanziamento di 1.020 milioni di euro, suddiviso in due linee d’intervento: la “A”, dedicata ai Progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei Borghi a rischio abbandono e abbandonati per 420 milioni di euro e la “B” sui Progetti locali per la Rigenerazione Culturale e Sociale, per 580 milioni di euro.
In particolare, la Linea “B” aveva una dotazione finanziaria di 380 milioni di euro ed era finalizzata alla realizzazione di progetti in almeno 229 borghi storici con popolazione residente fino a 5 mila abitanti.
Inoltre, con una successiva dotazione finanziaria di 200 milioni di euro, sono state sostenute a gestione centralizzata di responsabilità del MiC, le imprese che svolgono attività culturali, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali localizzate nei medesimi Comuni oggetto dei Progetti di rigenerazione culturale e sociale.
Questo investimento era finalizzato a promuovere progetti per la rigenerazione, valorizzazione e gestione del grande patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri italiani. Si integravano quindi gli obiettivi di tutela del patrimonio culturale con le esigenze di rivitalizzazione sociale ed economica, di rilancio occupazionale e di contrasto dello spopolamento attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici.
L’intenzione, inoltre, era di rigenerare il patrimonio storico-architettonico in concomitanza con l’attivazione di iniziative imprenditoriali e commerciali. Ad ottenere questi fondi sono stati anche 20 Comuni veneti, quattro dei quali nell’Alta Marca trevigiana: Sarmede (1.598.080 euro), Cison di Valmarino (1.600.000 euro), Refrontolo (1.600.000 euro) e Tarzo (1.586.000 di euro).
(Foto: web).
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