Ripartito il Piedibus dopo due anni di stop. Il sindaco: “Un’occasione importante per far crescere i nostri piccoli concittadini”

Questa mattina, mercoledì 30 novembre, è finalmente ripartito, dopo due anni e mezzo di stop dovuti dalla pandemia, il Piedibus a Cison di Valmarino.

Il Piedibus è un autobus umano, formato da un gruppo di bambini “passeggeri” e da adulti volontari “autisti” e “controllori”. Il modo più sano, sicuro, divertente ed ecologico per andare e tornare da scuola.

Da quest’anno saranno due le linee attive con la partecipazione di una ventina di bambini iscritti e ben 18 adulti volontari. Questa mattina il sindaco Cristina Da Soller ha consegnato di persona le pettorine gialle e arancioni e le mantelline anti pioggia ai piccoli alunni.

“Un’occasione importante per far crescere i nostri piccoli concittadini. Un grazie speciale a tutti gli adulti che hanno dato la loro disponibilità ad accompagnare i bambini” ha affermato il primo cittadino nel suo profilo social allegando anche una parte della riflessione della scrittrice Laura Imai Messina, sull’abitudine giapponese di far andare i bambini a scuola da soli.

“Più in generale – scrive Laura Imai Messina – tutti fanno attenzione, guidano con maggiore cautela, riprendono i piccoli quando, distratti, assumono atteggiamenti pericolosi. La comunità li sorveglia, il che mi ribadisce una lezione appresa in un tempo assai precedente alla maternità, ovvero che per salvare i propri figli, serve salvare anche quelli degli altri. Ciò che in questo caso si dona ai bambini è la preziosissima esperienza dell’autonomia, qualcosa che si sviluppa ulteriormente nell’orario di scuola […]. L’autonomia è libertà e poter contare su se stessi è la risorsa più grande: significa fare della propria presenza una mano da stringere quando si ha paura, un’esortazione quando manca l’ultima spinta. […]”.

“Osservando in questi anni il modello giapponese – conclude – (che non è perfetto perché la perfezione non esiste, ma che presenta spunti da cui si può trarre ispirazione), ho compreso come aiutare i bambini non significhi sostituirsi a loro. Spesso si tratta di una comodità per gli adulti, che si risparmiano tempo e preoccupazioni. Una volta però edificata una società in cui la maggior parte delle persone si sente coinvolta in ciò che esiste, si intuisce come per i piccoli delegare sia un agio apparente, perché li rende schiavi dell’intervento altrui, soggetti ai tempi di un adulto che raramente coincidono con quelli di un bambino”.

(Foto: Comune di Cison di Valmarino).
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