Il torrente Rujo che dalle sorgenti del Pissol si immette nel Soligo, tagliando in due l’abitato di Cison, da solo vale una visita al borgo. Attraversato da ponti in pietra di pregevole fattura, ospita sulle sponde il percorso naturalistico conosciuto come “Vie dell’Acqua”.
Canalette, ponti canali, mulini e una fauna e flora uniche, per un sentiero che conduce fino al sacrario del “Bosco delle Penne Mozze”. Tutto bello, soprattutto se tenuto in perfetto ordine, coll’alveo del fiume libero da arbusti e detriti che, in caso di alluvioni potrebbero diventare un pericolo. Si perché il Rujo, all’apparenza tranquillo, in passato è stato protagonista di tracimazioni e allagamenti devastanti. I volontari di Cison da sempre se ne occupano, ma sabato scorso 14 aprile con il fondamentale aiuto di ben 160 volontari della protezione civile ANA di Vicenza, ne hanno bonificato due tratti particolarmente impervi; il primo in corrispondenza di Ponte Moret a Campomolino e il secondo dal “Piazzale degli Alpini a Piazzale Peroz”.
Tutto è cominciato alle ex cantine Brandolini, dove venerdì sera gli “ospiti” sono stati accolti dal sindaco di Cison Cristina Pin che, nel fare gli onori di casa ha ricordato l’eccezionalità dell’evento, dando il giusto risalto ad una operazione di bonifica del “Rujo” che da solo il comune non avrebbe mai potuto effettuare. Sono Antoniazzi Francesco, e Annalisa Gambaretto a nome dei volontari vicentini, a spiegare rispettivamente i valori della Protezione Civile ANA e cosa spinga una donna ed entrarci. Al presidente della proloco di Cison Giorgio Floriani e ai suoi volontari è spettato il compito di attrezzare stile “caserma” le ex Cantine Brandolini, la sede deputata per ospitare anche per la notte gli amici vicentini.
Sabato 14 aprile all’alba, sono iniziate le operazioni sul campo. A coordinare la “task force” di uomini e mezzi per l’amministrazione comunale di Cison, ci ha pensato il vice sindaco Loris Perenzin. Il primo cantiere, molto impegnativo è stato allestito in corrispondenza di “Ponte Moret” a Campomolino. Uomini altamente specializzati che, guidati da Edy Loat coordinatore triveneto e vice coordinatore nazionale squadre specialistiche alpinistiche, hanno compiuto spettacolari operazioni di taglio alberi e rovi , su scarpate a strapiombo sul torrente. Poco più in su, lungo le Vie dell’Acqua, un’altra squadra si è occupata del taglio di alberi giganteschi che, morti e rinsecchiti da tempo, potevano rappresentare un grave pericolo per l’incolumità dei visitatori.
Dal “Bosco delle Penne Mozze”, fino a “Piazzale Peroz”, il dispiegamento di uomini e mezzi è straordinario. Renzo Ceron coordinatore Protezione Civile ANA di Vicenza è il responsabile dell’intera operazione e ci tiene a valorizzare i suoi uomini; gente preparata che lavora con le giuste competenze in totale sicurezza. È veramente impressionante vedere un lavoro così ben organizzato. Gli arbusti più piccoli vengono immediatamente trasformati in cippato, mentre i rami e i trochi più grossi vengono accatastati e messi a disposizione delle famiglie bisognose del paese.
Naturalmente non potevano mancare gli alpini di Cison, i custodi del Bosco delle Penne Mozze. Capitanati dal capogruppo Riccardo De Mari hanno collaborato alle operazioni sul campo e si sono occupati del “rancjo alpino” di mezzogiorno a base di pastasciutta. Alla sera la mole di lavoro svolta è davvero enorme. Far parte della Protezione Civile ANA significa unire lo spirito delle Penne Nere con la vocazione al volontariato tipica delle genti venete. Sabato a Cison questo si è visto perfettamente, anche grazie all’alchimia che si è venuta a creare trai i volontari vicentini e quelli cisonesi.
Grazie a tutti loro chi, partendo da Piazza Roma a Cison, vorrà percorrere le” Vie dell’acqua” fino a visitare il “Bosco delle Penne mozze”, troverà un ambiente ancor più bello e soprattutto più sicuro.
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(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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