I proverbi veneti della “Maestra Costella”: quattro chiacchiere con la custode dell’archivio della memoria di Codogné

La “Maestra Costella” in paese la conoscono tutti così. La signora Francesca Da Fies Costella, classe 1925 e originaria di Valle di Cadore, si è trasferita nel paese della Mela Cotogna dopo il suo matrimonio con Battista Costella, dal quale ha avuto quattro figli.

Oggi rappresenta la memoria storica di Codognè. Una quercia, un monumento, una libreria.

Una grinta da vendere e una lucidità che susciterebbe l’invidia di qualsiasi studente. Dal 1949 per decine di anni ha insegnato come maestra elementare alla scuola Giannino Ancillotto di Codognè.

Ha educato e visto crescere intere generazioni di bambini, oggi genitori e nonni.

Oltre a essere parte integrante della vita sociale del paese, è stata insignita dal sindaco Lisa Tommasella, del titolo di custode dell’archivio della memoria popolare.

Le sono state conferite le chiavi dell’archivio della memoria popolare, un progetto nato grazie all’amministrazione dell’allora sindaco Roberto Bet e portato avanti per anni anche dall’attuale amministrazione, che si propone di salvaguardare la memoria delle persone anziane del paese e, attraverso video interviste, di tramandarne la saggezza alle future generazioni.

La maestra ha saputo insegnare con il suo metodo fermo e disciplinato, in anni difficili come quelli del dopoguerra, dove molti degli alunni parlavano solo il dialetto e non avevano tempo per fare i compiti a casa, perché dovevano aiutare in famiglia, nei campi, nelle stalle.

Il punto di forza di cui godeva l’insegnante, allora, era la completa fiducia delle famiglie.

“Era facile insegnare, ma difficile imparare – afferma la maestra – La scuola era selettiva e chi non era all’altezza veniva bocciato. Se dovessi dare un consiglio ai genitori, direi loro di passare più tempo con i propri figli e ascoltarli, seguirli nella crescita intellettuale. Rispetto al passato ai ragazzi di oggi manca il sapore di giocare e stare all’aperto”.

La maestra è amante del dialetto veneto e in un suo vecchio quaderno conserva tutti i proverbi che ha raccolto nei lunghi anni di insegnamento, come conserva gelosamente i suoi quaderni delle elementari; una vera rarità.

“Non rimandare mai domani quello che puoi fare oggi” è uno dei suoi preferiti. “Carpe Diem”, un modus operandi che è sempre stato uno dei suoi punti fermi.

Parlare con lei significa ripercorrere a ritroso la vita che ha caratterizzato i nostri paesi, dagli inizi del Novecento ad oggi. Un “nastro registrato” di vita vissutan fatto di ricordi di tradizioni e di modi antichi di vivere la vita di ogni giorno.

Una vita legata alla tradizione contadina legata uniformemente a quella cristiana, dove il calendario lunare delle semine e della coltivazione dei campi era strettamente legato da un filo inscindibile con quello religioso.

La Madre Terra come assoluta protagonista di una vita dura fatta di sacrifici lavoro, e preghiera, dove in assenza di macchinari si sperava di avere abbastanza braccia per lavorare la terra e dove, nelle serate di vento, temporali e grandine, ci si riuniva attorno al tavolo della cucina, accendendo la candela benedetta e bruciando l’ulivo benedetto della Pasqua si recitavano le litanie del Santo Rosario per allontanare il brutto tempo.

Il raccolto era l’unica fonte di vita in una società basata sulla mezzadria. Se andava male per due stagioni consecutive bisognava prendere la valigia di cartone ed emigrare, lasciando moglie e figli a casa.

Questi erano gli avi che ci hanno tramandato questi ricordi. Ricordi che siamo oggi chiamati a trasmettere alle nuove generazioni, troppo distratte dalle nuove tecnologie per pensare al passato.

Un passato di cui la maestra Costella è depositaria e che ci insegna attraverso il suo vissuto a non dimenticare, anzi, ci stimola ad attingere a quegli insegnamenti e a quella saggezza che, oggi, lei con tanta generosità cerca di tramandare con il suo modo scherzoso e pacifico che atttrae subito l’attenzione, proiettandoci in quel fantastico passato che tanto ha da insegnarci.

(Fonte: Pio Dal Cin © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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