Il soggiorno di Ugo Foscolo a Villa Toderini di Codognè. Zaia: “Il trevigiano terra d’ispirazione per i poeti”

Direi che Foscolo è l’emblema di quello che è stato poi il nostro Romanticismo Trevigiano, e quindi un momento veramente di splendore e di ispirazione perché c’erano questi mecenati che ospitavano gli artisti. Da un lato i Toderini nell’omonima villa di Codognè (foto sotto), dall’altro Isabella Teotochi Albrizzi presso la villa Franchetti di Preganziol che era un po’ la “madame de Stael”  nostra, trevigiana, come lo Sturm und Drang Tedesco che ospitò Lord Byron, Isabella Albrizzi ospitava Foscolo, quindi terra di ispirazione, terra di mecenatismo e ospitalità Foscolo inizio a scrivere i sepolcri dopo un colloquio con pindemonte a villa a franchetti.E non è un caso che proprio in questa terra il Foscolo parli di una visione un po’ antropomorfa, dell’uomo che i garantisce l’immortalità se fa cose grandi nella vita. In una terra grande non poteva che avere questa ispirazione. Quindi, Treviso non è solo terra di patrimonio dell’umanità con le Colline di Conegliano e Valdobbiadene, ma è anche terra di ispirazione“. Parola di Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto.

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In punta di piedi, come si entra in una sala o in un teatro dove il concerto è già iniziato. Questo è l’approccio con cui dovremmo avvicinarci alla lettura della vita di questo grande poeta, di cui si parla molto meno di quanto si dovrebbe. Per descrivere la sua storia, la sua vita, le sue emozioni, il fuoco che ardeva dentro il suo cuore.

Il “Fuoco Sacro” che non era solo quello dell’ispirazione poetica ma quello che spesso si esprimeva con tanto furore nelle battaglie combattute nell’esercito, quanto in quelle amorose, di cui cadeva spesso vittima. Nell’aprire il contenitore di una vita passata, è essenziale farlo con grandissimo rispetto.

Ogni parola va soppesata con cura, quasi a non voler disturbare e risvegliare uno spirito ribelle che finalmente dopo tante peripezie riposa in pace in una delle più belle chiese dell’altrettanto meravigliosa Firenze; Santa Croce: lasciamo quindi la descrizione iniziale non a ricerche sommarie fatte nel web o su wikipedia, ma ad una fonte ben più autorevole.

Due dei suoi diretti discendenti Giancarlo e Isabella Foscolo, hanno accettato di riunirsi qualche giorno fa e redarre questo profilo del loro Avo, di cui la loro nobile famiglia conserva il perenne ricordo: questa è la loro testimonianza riportata fedelmente come è stata ricevuta

“La famiglia Foscolo ha origini remote ed era costituita da diversi rami; il poeta Ugo Foscolo apparteneva ad uno di questi. Attorno alla fine del 1300, primi del 1400, il ramo della famiglia Foscolo si trasferisce a Candia (così era denominata l’isola di Creta dai veneziani) dove  rimangono fino alla conquista da parte dell’Impero Ottomano dell’isola, nella metà del 1600.

A seguito dell’invasione delle armate turche, i componenti delle nobili famiglie veneziane che vivevano a Creta e, tra queste. anche il ramo della famiglia Foscolo, si spostano nelle isole ioniche. In particolare la famiglia di origine di Ugo Foscolo si trasferisce nell’isola di Zacinto ove i Foscolo consolidano la loro presenza. Andrea Foscolo, padre del poeta Ugo, che aveva sposato una nobildonna greca, Diamantina Spathis, si dedica alle arti liberali, e nello specifico studia medicina all’Università di Padova.

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Dopo la laurea viene nominato responsabile-medico militare- della città di Spalato durante il periodo in cui la stessa era sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Andrea Foscolo muore giovane, a neppure quarant’anni, lasciando la moglie e quattro figli, una femmina e tre maschi, tra questi Ugo.

Quando il giovane Foscolo compie 14 anni, con la madre Diamantina, i fratelli e la sorella, lascia l’isola di Zacinto e si trasferisce a Venezia e precisamente in Calle delle Gatte. Da questo momento la vita del poeta è consegnata alla storia e alla letteratura.

Non è chiaro come Ugo Foscolo abbia appreso la lingua italiana, a casa parlava prevalentemente greco, la lingua materna, quando la famiglia si trasferisce a Venezia il giovane Foscolo inizio a scrivere I Sepolcri ,dopo un colloquio con Pindemonte a villa Franchetti. E non è un caso Foscolo impara e usa il dialetto veneziano, è probabile che, attraverso la lettura di libri abbia affinato la conoscenza della lingua italiana.

Ora il ramo della nostra famiglia discende dall’Ammiraglio Almorò Foscolo, che nel 1200 era a capo della Marina della Repubblica Veneziana e faceva parte del Senato del Maggior Consiglio, al quale a far data dalla fine del 1200, venne confermata l’appartenenza della famiglia Foscolo.

Pur appartenendo ad un ramo diverso, la nostra famiglia possedeva alcuni manoscritti e un dipinto che ritrae il Poeta; questi erano conservati nella villa di campagna di Lancenigo. Nella villa di Lancenigo abitava anche la compagna di un mio prozio, con le sue sorelle. Alla morte di questa le sorelle lasciarono la villa di Lancenigo, portando con loro il quadro ed i manoscritti originali”. (segue)

(Fonte e foto: Pio Dal Cin per Qdpnews.it)
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