Taglio del nastro ieri sera, venerdì 25 giugno, per il nuovo ponte sul fiume Ghebo.
Con la conclusione dei lavori di sistemazione della struttura di via XXX ottobre, l’opera che permetterà un deflusso pari a 32 metri cubi d’acqua al secondo, contro i 15 mc del vecchio ponte.
Presenti all’inaugurazione di ieri diverse autorità: dall’assessore regionale Gianpaolo Bottacin ai consiglieri regionali Roberto Bet e Sonia Brescacin al presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, accanto al sindaco di Codognè Lisa Tommasella, il presidente del Consorzio di Bonifica Piave Amedeo Gerolimetto, membri delle amministrazioni comunali di San Fior, Gaiarine, Vazzola, San Vendemiano e Fontanelle oltre a residenti e cittadini.
“Qualora venissero superati i 32 metri di portata massima, entreranno in funzione i bacini di laminazione di San Fior, impedendo ulteriori esondazioni – ha precisato l’assessore regionale Bottacin – Il Veneto ha già, di fatto, speso un miliardo di euro per mettere in sicurezza il territorio e continueremo su questa strada”.
Bottacin ha parlato poi del dramma di Vaia e delle risorse stanziate a livello nazionale per ripristinare l’emergenza generata dal maltempo dell’autunno 2018, questi lavori sul Ghebo utilizzano una parte di questi fondi. “La celerità nella progettazione, nella realizzazione di queste opere è dovuto anche a un pacchetto di deroghe che la Regione ha chiesto al Ministero, poiché in caso contrario non si sarebbe potuto procedere in maniera così rapida, viene messo in luce uno dei problemi nazionali, cioè la troppa burocrazia. Quest’ultima rende delle manutenzioni semplici e ordinari quasi impossibili perché prima bisogna adempiere a un sacco di oneri e vincoli burocratici”.
All’inaugurazione è stata sottolineata l’importanza che le criticità idrogeologiche devono rivestire per ogni amministrazione: “Tutti dobbiamo essere consapevoli che un occhio di riguardo deve essere rivolto alla valutazione di quei rischi idrogeologici che possono provocare danni a cose e persone, di conseguenza è importantissimo muoverci compatti in gruppo per risolvere questi problemi. Quest’opera è fondamentale per il territorio” ha commentato il sindaco di Codognè Lisa Tommasella.
“Da parte mia ci tengo a ringraziare tutti i sindaci dei comuni limitrofi perché hanno sopportato tre mesi di disagi, anche loro attraverso le deviazioni sono stati coinvolti in passaggi massicci di veicoli e mezzi pesanti. – spiega – Un grazie al comune di San Fior perché le casse d’espansione presenti nel loro territorio sono fondamentali per la comunità di Codognè poichè sono un primo sfogo del Ghebo nel momento in cui scende la piena, e questo fa in modo di salvare quei residenti che si trovano con le loro abitazioni a valle nella parte terminale del Ghebo”.
Il Ghebo è un piccolo fiume abbastanza anomalo, perché corto, e nasce tra Colle Umberto e San Fior, con il nome di Codolo, ricevendo da diverse fonti l’acqua, finendo la sua corsa a Codognè, buttandosi all’interno del Monticano. Un tragitto molto breve che però è stato fondamentale per lo sviluppo delle comunità di Codognè e San Fior, già nel Medioevo, secondo diverse documentazioni scritte, si parla del Ghebo come un corso d’acqua molto piccolo, dove erano abbondanti i mulini (si potevano contare ben otto ruote di mulino, sia quelle per macinare la farina sia quelle per battere il metallo) questo vuol dire che il rapporto d’acqua era già allora importante facendo si che il territorio si sviluppasse con un economia importante sia per quanto riguarda la macinazione che per la lavorazione del ferro.
Un fiume che nasce con una grande portata d’acqua e già a suo tempo creava qualche disagio, a metà del secolo scorso il suo alveo è stato raddrizzato e questo ha peggiorato e alterato la sua criticità e nel momento di piena veniva giù dritta senza gli alvei che ne smorzavano la velocità.
“Negli ultimi 15 anni la situazione si è aggravata, i cambiamenti climatici hanno inciso, quando ci sono le bombe d’acqua questo fiume diventa un pericolo, allagando il territorio circostante, da qui la necessità di risolvere il problema” conclude il sindaco Tommasella.
(Foto: Pio Dal Cin).
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