Toponimi dell’Alta Marca, Codognè: sulle orme di Napoleone nel paese dei frutti d’oro

Il viaggio alla ricerca dei toponimi della provincia di Treviso ci porta oggi a Codogné, cittadina di oltre cinquemila abitanti nota sin dal Medioevo con l’appellativo di Codognedo.

Se alcuni studiosi associano il nome Codogné alla locuzione “corte di”, gran parte delle fonti individua nell’albero di cotogno l’autentica origine del toponimo: e poiché siamo in ambito botanico, è forse più corretto parlare di “fitonimo”.

Ubicata in un territorio pianeggiante e ricco di acque, qui scorrono la Livenza e il Monticano, Codogné è il luogo ideale per la coltivazione del pom codogno, del quale esistono anche numerosi esemplari spontanei.

Pianta della famiglia delle Rosacee e del genere Cydoneum, originaria dell’Asia minore e apprezzata da Greci e Babilonesi, il cotogno è protagonista di numerose preparazioni gastronomiche quali marmellate, confetture, mostarde e dolci fra cui la celebre cotognata. Il frutto del Cydoneum annovera varietà maliformi o piriformi comunque riconducibili alla stessa specie. I frutti conservati nei cassetti profumano la biancheria e, cotti con acqua e zucchero, servono a lenire la tosse e curare i bronchi. Oggi il cotogno è un ottimo portainnesto per numerose cultivar di pero.

I legami fra il territorio e la leggendaria pianta da frutto accomunano Codogné ad altri comuni italiani fra i quali Codogno, in provincia di Lodi, sul cui blasone municipale campeggia tuttora un cotogno carico di pomi dorati.

Codogné, antico centro benedettino, da sempre crocevia per i commerci fra l’Adriatico e l’entroterra, oltre al cotogno vanta un altro primato botanico: un platano monumentale alto circa ventisei metri, le cui fronde sovrastano la storica chiesa arcipretale di Sant’Andrea.

Non ci resta che seguire le orme di Ugo Foscolo e Napoleone, illustri ospiti di Codognè, e dedicare una visita a questo suggestivo borgo: magari in occasione di qualche evento nel quale i codognesi festeggiano il loro frutto simbolo insieme agli abitanti di Ixtlahuacán, capitale messicana del “membrillo”, la mela cotogna appunto.

(Autore: Marcello Marzani).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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