Un uomo semplice eppure straordinario nella sua semplicità. Perché dotato di gentilezza, generosità, bontà e umiltà disarmanti.
È questo il ritratto che è emerso di Giovanni (Gianni) Romanel: a testimoniarlo sono state prima di tutto le tante persone che al funerale si sono strette attorno alla moglie Clementina, ai figli Marzia e Fabio, alla sorella Milena e ai familiari tutti.
Per salutare l’alpino 72enne, in chiesa a Colle Umberto erano presenti anche i gagliardetti del Gruppo Alpini di Colle Umberto e di altri gruppi della Sezione Ana di Vittorio Veneto e i gagliardetti di Avis e Aido dei gruppi comunali di Colle.
A tracciare il suo ritratto è stato monsignor Romano Nardin, che lo ha avuto come chierichetto alla fine degli anni Cinquanta, quand’era cappellano a Colle.
“Gianni – ha espresso – è stato un collumbertese molto significativo. All’inizio della mia vita sacerdotale sono stato cappellano a Colle dal 1957 al 1959. Gianni nel ’59 aveva dieci anni ed era uno dei miei cinquanta chierichetti di allora. Ricordo i suoi genitori, gentilissimi, di una bontà profonda, di vita esemplare. Oggi ci resta l’esempio di Gianni, quale uomo significativo e buon cristiano. Non per fatti strepitosi, ma per comportamenti secondo il Vangelo: ha celebrato il matrimonio cristiano, ha compiuto con amore il suo lavoro, ha avuto tante relazioni significative. È stato uno degli uomini semplici chiamati a vivere nel nascondimento un cammino di perfezione, di santità”.
Anche il parroco di Colle Umberto, don Arnaldo Zambenedetti, che ha presieduto le esequie, lo ha ricordato per la gratuità con la quale si è speso per gli altri: “Era aperto, generoso, disponibile nel collaborare con le varie associazioni del paese”.
A contraddistinguerlo, sempre, la disponibilità a prestare il proprio aiuto, con il sorriso sulle labbra e volentieri: in famiglia, sul lavoro come elettricista e poi all’Irca, nel collaborare con la moglie nel consorzio che gestiva, nei lavori della terra, e dopo la pensione come nonno orgoglioso dei suoi splendidi nipoti.
Al termine della liturgia funebre, prima della partenza del feretro verso la cremazione, e dopo il suono del “Silenzio” da parte della tromba, il capogruppo degli Alpini di Colle Umberto ha riconsegnato alla moglie il suo cappello d’alpino.
(Foto: Onoranze Funebri D’Assiè – Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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