Virginia Fadelli prima cittadina di Colle Umberto per la carriera diplomatica, assunta al Ministero degli affari esteri

Lei si chiama Virginia Fadelli, ha 25 anni, ed è la prima collumbertese che abbraccia la carriera diplomatica. Virginia è figlia di Marino e di Antonella, papà ingegnere, mamma docente. Dopo aver studiato Scienze Internazionali e Diplomatiche, si è laureata lo scorso dicembre all’Università di Trieste, sede di Gorizia, con una tesi sulla Russia nella politica estera francese e italiana dopo la crisi in Ucraina del 2014. Dopo aver superato il concorso nazionale diplomatico, in queste ore è in partenza per Roma, dove sarà assunta dall’inizio di dicembre al Ministero degli affari esteri e comincerà un corso di formazione di nove mesi.

Com’è nato l’ interesse per la lingua Russa? “All’indomani dell’incidente di Chernobyl anche la mia famiglia ospitò delle bambine bielorusse durante le vacanze estive. Quindi il mio interesse per il russo risale a quei momenti vissuti nella mia infanzia”.

Come ha maturato l’idea di scegliere la carriera diplomatica?   “Poco alla volta ho maturato la decisione di prepararmi e di partecipare al concorso diplomatico. E’ stato un cammino fatto passo dopo passo, esperienza dopo esperienza. Fra questi, gli scambi all’estero durante il mio percorso di studi, uno a Cracovia di sei mesi, una a Parigi di dieci mesi, e un paio di tirocini, al Consolato Generale d’Italia di San Pietroburgo e all’Ambasciata d’Italia a Parigi”.

Ha conosciuto dei diplomatici in tali esperienze. Chi l’ha “ispirata”?  “Mi ha colpito un consigliere d’Ambasciata a Parigi, perché con il suo carisma, la sua personalità e i suoi modi è riuscito ad incuriosirmi e di conseguenza appassionarmi a questa professione”.

Torniamo al concorso che lei ha superato, bandito dal Ministero degli Affari Esteri e riservato a 35 posti per Segretario di Legazione in prova. Esso consente l’accesso alla carriera diplomatica. Come si è svolto? “Il concorso è consistito dapprima in una prova attitudinale di un’ora con domande a risposta multipla. Una volta superata, siamo stati ammessi alle cinque prove scritte, inerenti storia delle relazioni internazionali, diritto internazionale, economia internazionale, inglese e francese. E quindi c’è stata la prova orale. Si è trattato di un colloquio sulle materie dello scritto e altre, dal diritto amministrativo a quello costituzionale, da quello privato a quello privato internazionale, dalla contabilità di stato alle domande sulla attualità. Il tutto anche attraverso conversazioni in inglese e in francese. Alla prova orale era possibile sostenere un colloquio anche in altre lingue straniere ed io ho scelto il russo, che ho studiato all’università e ho perfezionato vivendo qualche mese in Russia”.

Immaginiamo che non sia stato facile prepararsi e superarlo? “Ci sono volute tante ore di studio costante e approfondito. I primi a sostenermi sono stati papà e mamma. Mi è cosa gradita ricordare anche l’aiuto di un professore di storia delle relazioni internazionali”.

L’impegno professionale la spaventa? “La strada della diplomazia ha il suo fascino, ma presenta anche alcuni lati per così dire faticosi. Come ad esempio lo sono la distanza dalla propria terra natale e dalla propria famiglia, la disponibilità a spostarsi dopo alcuni anni con destinazioni che possono interessare qualsiasi parte del mondo. E potrebbe capitare di dover andare ad operare in contesti o situazioni particolarmente disagiati. Ora mi sostiene un grande entusiasmo e mi sento pronta ad andare in qualsiasi posto ci sia bisogno. Convinta che da ogni esperienza sia possibile apprendere. Non mi spaventa, al momento, nemmeno la prospettiva di non poter pianificare una vita stabile in una data località, nemmeno pensando ad una futura vita familiare. Convinta, come sono, che sia possibile trovare delle adeguate soluzioni”.

Trasferirsi a Roma sarà una sfida interessante? “Roma è una grande città. Andarci a lavorare e vivere sarà una bella sfida per una come me, una donna legata alla bellezza della natura e alla vita di campagna. Mi auguro di servire al meglio il nostro Paese”.

Colle Umberto ha dato i natali anche ad una grande alpinista, Irene Pigatti (nata nel 1859 e morta nel 1937), salita agli onori delle cronache per le sue imprese, in quanto è stata infatti la prima donna italiana a scalare, nel 1892, il monte Pelmo. Auguriamo a Virginia Fadelli di fare altrettanto e di poter scalare le vette più alte della diplomazia italiana.

(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
(Foto per gentile concessione di Virginia Fadelli).
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