La comunità di Conegliano si è stretta in un forte abbraccio attorno alla famiglia di Lucia Zoppas, vedova Pederzoli.
Oggi, martedì 29 novembre, è stata celebrata nella chiesa parrocchiale di San Pio X la cerimonia funebre della donna, scomparsa all’età di 81 anni.
Lucia Zoppas è uno dei nomi della nota famiglia di industriali, protagonista di un capitolo importante della storia economica del territorio.
L’81enne era infatti la nipote di Ferdinando Zoppas, colui che partendo dal mestiere di fabbro e ambulante è riuscito a cavalcare i tempi e a costruire una storia di impresa duratura anche per le generazioni successive.
A dare l’ultimo saluto alla signora Lucia erano presenti parenti, amici e conoscenti, raccolti in una cerimonia commossa e silenziosa, per far sentire la vicinanza in particolar modo ai due figli della signora, Ferdinando e Isabella.
“Dinamica, animata dalla voglia di vivere, sempre disposta a dedicarsi al prossimo, impegnata in passato nella cura dei genitori e poi degli altri”: così è iniziato il ritratto di Lucia Zoppas delineato dal sacerdote celebrante don Michele Maiolo, parroco di San Pio X.
Parole pronunciate di fronte alla bara di legno bianco, collocata ai piedi dell’altare, cosparsa di rose bianche, lo stesso colore delle calle e dei fiori donati da alcune famiglie e collocati all’esterno della chiesa prima dell’inizio della funzione.
“Nel periodo dell’avvento andiamo incontro al Signore e Dio non vuole essere distante da noi – ha detto don Michele nella sua omelia -. Dobbiamo togliere qualsiasi paura dalla nostra vita perché un giorno, dopo la morte, ci reincontreremo con Lui: non vuole che pensiamo all’eternità come l’essere custoditi dalla morte”.
“La seconda morte che possiamo provare è quella peggiore, perché è quella che nasce dal nostro cuore e Dio non può fare nulla contro la morte del cuore – ha proseguito -. Lucia si è presa cura delle persone: ha cercato di scrivere pagine di vita, prima con l’amore ai genitori e poi alle persone che ha incontrato”.
“Come per lei, sarà una gioia dare a Dio il libro della vita, vedendo tutto l’amore che abbiamo vissuto e donato” ha concluso.
Alla fine della cerimonia, don Michele ha donato alla famiglia un cero, “simbolo della vittoria della vita sulla morte”, affinché i figli lo possano accendere nel momento in cui desiderano trovare un conforto.
“Siamo fatti di tenebre e di luce – ha spiegato -. Le tenebre sono la morte, ma anche i dolori, i dispiaceri e le incomprensioni. Dio non ha mai promesso di toglierci le tenebre, ma possiamo però far entrare in noi la luce”.
Don Maiolo ha espresso le condoglianze alla famiglia a nome della comunità e ha ringraziato i presenti alla funzione, da parte dei parenti.
Il funerale si è concluso silenziosamente, con la vicinanza dei presenti ai figli e ai parenti, ai quali hanno espresso le condoglianze e parole di cordoglio.
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it