Al via oggi la Conegliano Valdobbiadene Experience, un’iniziativa dell’Associazione Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene: nove giorni di emozioni e avventure, dal 26 giugno al 4 luglio, per vivere e scoprire il vino e il suo magnifico territorio attraverso degustazioni, itinerari e proposte gastronomiche.
La prima iniziativa è stata il vernissage della Collezione Aura di Raimondo Sandri, ospitato al Parco della Filandetta della Cantina Bortolomiol a Valdobbiadene, ma sono oltre 80 le proposte da vivere nel territorio delle colline di Conegliano e Valdobbiadene nei giorni della manifestazione.
“Con la Collezione Aura – si legge in una nota che descrive la mostra – prende forma una serie di opere originali in cui convivono funzione e presenza decorativa, dove il fatto a mano permette una produzione di pezzi one-off che esplorano anche, secondo l’autentica logica del design, la complessità dei comportamenti e dei rituali contemporanei”.
A fare gli onori di casa c’erano Maria Elena Bortolomiol ed Elvira Bortolomiol ma sono intervenuti anche il sindaco di Valdobbiadene, Luciano Fregonese, e l’art director e designer Raimondo Sandri.
“Siamo molto lieti di aprire questa settimana della Conegliano Valdobbiadene Experience con questa esposizione che si potrà visitare fino a fine estate – ha affermato Maria Elena Bortolomiol – Sarà possibile ritornare a vedere le opere perché noi siamo aperti tutti i giorni”.
“Arriviamo da più di un anno di difficoltà ma non ci siamo dimenticati cosa la famiglia Bortolomiol ha costruito nel tempo – ha commentato il sindaco Fregonese – Credo non sia un caso che questo sia il primo evento all’interno della Conegliano Valdobbiadene Experience, perché questa famiglia ha sempre voluto coniugare la passione per il proprio lavoro e per le colline alla cultura, all’arte e alla storia della nostra archeologia industriale oltre a proposte innovative, provocatorie e stimolanti. Credo che questo sia il modo giusto per ripartire“.
Nel progetto Aura, Raimondo Sandri ha voluto interpretare il vino come elemento attivo nell’opera d’arte: l’opera d’arte, quindi, diventa funzionale al vino stesso.
“L’arte ha il compito di sottoporci delle domande mentre il design di darci delle risposte – spiega Sandri – Ho scelto di interpretare questo percorso utilizzando l’art design che è una disciplina nuova che unisce il meglio dell’arte e alcuni aspetti del design. L’arte ci propone continuamente nuovi linguaggi e da questo percorso ho dovuto fare un’immersione nel mondo del vino, spingendomi oltre la tradizione”.
“In questa immersione in un mondo vastissimo come quello del vino sono riemerso con degli archetipi e dei simboli che sono le forme che poi ho rielaborato – conclude – Sono delle forme simboliche, essenziali, facilmente riconducibili a qualcosa di atavico, primordiale, e credo che la spinta dell’arte sia quella di avere un fascino e una seduzione che vengono proprio dall’originale: un pezzo unico al limite tra il design e l’arte”.
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