Alberto porta la Marca alla Marathon Pour Tous di Parigi 2024: “Un giro del mondo che mi ha riportato a casa”

Alberto Rosa in posa con la medaglia della Marathon Pour Tous

Ci sono momenti che accadono soltanto una volta, ma sembrano prendere la rincorsa per lungo tempo, in qualche modo.

I Giochi Olimpici hanno appena concluso la loro 33esima edizione a Parigi e hanno segnato un punto di svolta nel modo di vivere, vedere, intendere, sentire e raccontare lo sport. Addirittura, Parigi 2024 passa agli almanacchi per aver aperto le porte alla partecipazione degli atleti amatori. E nella disciplina Regina dell’Atletica leggera, la Maratona. Nella notte tra sabato 10 e domenica 11 agosto, la Marathon Pour Tous si è svolta lungo lo stesso percorso, durissimo, pensato per gli atleti delle nazionali, e 20.024 podisti da tutto il globo hanno provato l’emozione di correre i 42 chilometri e 195 metri olimpici, vivendo qualcosa che resterà unico. Gli italiani sono stati un’ottantina. Tra loro c’era anche Alberto Rosa, nato a Conegliano quasi 44 anni fa e residente a San Vendemiano, runner tesserato con la squadra Fuel to Run, che si è trovato a correre “al centro del mondo”.

Alberto, come sei arrivato a Paris 2024?

“Ci sono voluti 3 anni. Era il 2021, le Olimpiadi di Tokyo si erano da poco concluse, e l’organizzazione di Paris 2024 ha lanciato a livello mondiale l’invito a correre, su asfalto, nel trail, tapis roulant o in carrozzina, partecipando a varie prove e sfide coordinate tramite un’app dedicata. Lo scopo era far comprendere che nello sport l’inclusione è possibile, e il punto di partenza o le possibilità fisiche sono limiti se li viviamo o ce li fanno vivere come tali. Più chilometri correvi, più guadagnavi punti. 100.000 punti era la soglia per accedere all’estrazione dei pettorali, che si è tenuta a gennaio 2024. Io non sono stato estratto. Ci sono state altre prove di ripescaggio poi e il 14 giugno scorso, due mesi fa, ho ricevuto una mail che mi confermava la partecipazione alla Marathon Pour Tous. Ero stato ripescato all’ultimo giro, quando ormai avevo perso ogni speranza. Ho addirittura pensato fosse uno scherzo, in questi 3 anni hanno partecipato circa 700 mila persone alle prove”.

Quanti punti avevi accumulato?

“280.000. Tutto tracciato, misurato e verificato via gps e l’app. Mi hanno aiutato soprattutto gli allenamenti per le maratone di Roma e Firenze nel 2022 ed essermi avvicinato al trail da un paio d’anni, cercando di capire come funzioni correre tra boschi e montagne”.

La maratona di Paris 2024 è stata definita la più dura della storia. Era davvero così difficile?

“Sicuramente il percorso ha scardinato il concetto classico di maratona. Il tracciato si snodava tra Hôtel de Ville, il Louvre con il calderone mongolfiera con il fuoco di Olimpia, il museo d’Orsay, la Torre Eiffel e il Trocadero, e via sino alla Reggia di Versailles e ritorno, lungo l’altra riva della Senna, con il traguardo a Les Invalides. È un continuo su e giù, con le due salite tra il 15° e il 30° chilometro particolarmente “ciclistiche”. In dislivello positivo fa più di 450 metri. La famosa salita del km 28, con una pendenza del 13%, mi ha ricordato il Muro di Ca’ del Poggio o il Crucolon a San Pietro di Feletto o Sant’Augusta a Vittorio Veneto. Come si è visto in tv o sui social, il percorso ha fatto molta selezione anche tra i professionisti più esperti e leggendari come Eliud Kipchoge, però sono stati realizzati i nuovi record olimpici maschile e femminile. Insomma, è stato un viaggio molto forte”.

Difficile scegliere probabilmente, ma qual è stato il momento più emozionante?

“Non voglio scegliere. Però è stato molto particolare l’ingresso nella griglia di partenza, lungo il tratto che al mattino aveva visto accogliere i professionisti. Sembrava di entrare in uno stadio, perché il pubblico era più in alto rispetto alla strada. E la partenza poi è stata qualcosa di esplosivo. Ho dato il “cinque” a più persone possibili tra il pubblico. È stato emozionante anche vedere comparire un messaggio di incoraggiamento su un maxi schermo al trentesimo chilometro, con vari campioni olimpionici, tra cui Gregorio Paltrinieri e Gianmarco Tamberi per l’Italia. E poi più di tutto vivere la corsa tra tante persone da tutto il mondo fino al traguardo, dove mi aspettava una persona importante. Una sorta di giro del mondo per poi tornare a casa”.

Perché hai corso con la maglia della nazionale italiana?

“E quando mi ricapita un’occasione così? (ride ndr). Forse ho una visione romantica dello sport. La corsa è una disciplina individuale, certo, la maratona un gioco che prende il nome da una battaglia. Ci vuole tanto tempo per preparare corpo e mente a tutto quanto, quindi senza gli amici, gli affetti che ti sopportano e ti stanno vicino, e sacrificano un po’ del loro tempo, non si riesce a fare mezzo passo. Ho voluto portare queste persone con me con la maglia azzurra. Mi ha colpito che quasi tutti i connazionali che ho incontrato abbiano fatto lo stesso. Penso sia una cosa bella. Ed è stato emozionante sentire “Vai Italia!” lungo il percorso, sia pronunciato con accento straniero sia con cadenze dialettali dal Veneto alla Sicilia”.

In che posizione ti sei classificato?

“Non lo so, non c’era la classifica ufficiale, è stata una delle prime caratteristiche che ha messo in chiaro l’organizzazione. Il primo vale l’ultimo, arrivato verso l’alba. Ma poi le classificazioni hanno davvero senso, al centro del mondo?”.

Cosa ti lascia questa esperienza?

“Una medaglia bellissima e la voglia di terzo tempo credo si esaurirà con il cenone di Natale. Mi rendo conto ora che prendere parte alla Marathon Pour Tous fosse molto importante per me. Proprio per tutto il percorso dei 3 anni. Mi ha insegnato un modo diverso di restare disciplinato, concentrato e creativo. Ci vuole il coraggio di muoversi verso i desideri e agire accettando il cambiamento che arriva con loro. Spero che alle prossime Olimpiadi di Los Angeles 2028 questa esperienza sarà riproposta, per altre persone”.

(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: per concessione di Alberto Rosa e Maria Filosa)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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