Finalmente quel giorno tanto annunciato, è arrivato: il “grande presepio”, realizzato dal gruppo del Presepio artistico di Parè, è stato inaugurato nel cortile dell’Arcivescovado di Milano.
La Natività, simbolo dell’abilità artigianale del gruppo coneglianese, è stata inaugurata lo scorso venerdì, alla vigilia di Sant’Ambrogio, patrono della città di Milano. Un’apertura che porta con sé un messaggio particolare: il presepio in questione è lo stesso che venne esposto nel 2019 in Vaticano, alla presenza di papa Francesco, che lo indicò appunto come “grande presepio”.
Da allora quest’opera artigianale, che tanto fece parlare di sé, affrontò un percorso itinerante, passando anche per Assisi e Loreto.
La particolarità di questa realizzazione sta nel fatto di non aver mai mutato il proprio assetto (salvo qualche intervento di manutenzione), così da poter essere ammirata nella stessa veste con cui arrivò in Vaticano.
Il presepio è stato allestito nel cortile dell’Arcivescovado milanese, dove rimarrà esposto fino al 12 gennaio. Presenti alla cerimonia di apertura sia i presepisti di Parè, guidati da Federico Stringher, che i sacerdoti del territorio don Michele Maiolo e don Lorenzo Cavinato, oltre ai volontari del gruppo di Protezione civile-Cavalieri dell’Etere, i quali si sono occupati del trasporto della Natività.
Natività che richiama la città di Conegliano, grazie alla presenza di un riferimento all’opera “Madonna col Bambino”, realizzata da Giovanni Battista Cima.
A inaugurare l’opera, nel pomeriggio di venerdì, è stato l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, il quale ha prima dedicato un momento privato ai presepisti, per poi procedere con l’inaugurazione e benedire pubblicamente l’opera.
Il “grande presepio” sarà visitabile gratuitamente dal 9 al 20 dicembre con orario 9-12.30 e 14.30-18, il 21 dicembre dalle 9 alle 12.30, per poi seguire dal 7 al 10 gennaio, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30, e concludere l’11 gennaio dalle 9 alle 12.30.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: per gentile concessione di Federico Stringher)
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