“Banksy e la street art”, inaugurata la mostra al Sarcinelli: rimarrà aperta fino al 22 marzo

Ci sono immagini capaci di essere più forti di tante parole: potrebbe essere questo il messaggio lanciato dalla mostra “Banksy e la street art”, la nuova mostra targata Artika, realizzata in collaborazione con Deodato Arte e l’amministrazione comunale di Conegliano. L’esposizione è curata da Daniel Buso.

Questa selezione di circa 80 opere (tra cui anche veri e propri pezzo unici) è stata allestita a Palazzo Sarcinelli e aprirà i battenti domani, per poi rimanere aperta fino al prossimo 22 marzo (per ulteriori informazioni su orari e biglietteria, è possibile consultare il sito web www.artika.it).

Una mostra che si svela come un autentico racconto di uno dei fenomeni artistici e culturali più significativi degli ultimi decenni.

La Street art, infatti, nel tempo ha subito un percorso che, da forma espressiva e marginale (spesso illegale), è divenuta un linguaggio artistico globale e riconosciuto.

Banksy, artista anonimo ma universalmente noto, ha saputo infatti ridefinire le regole della comunicazione visiva contemporanea, creando opere capaci di esprimersi sui grandi argomenti di interesse globale.

La mostra propone anche altri nomi, oltre a quello di Banksy, come ad esempio quelli di Keith Haring, Shepard Fairey (Obey), Blek le Rat e altri, così da costruire “un dialogo tra generazioni, tecniche e visioni del mondo”.

Ribellione, pacifismo, controllo e propaganda, consumismo costituiscono i vari capitoli su cui l’esposizione è costruita, uniti da un filo conduttore semantico, incentrato su un concetto di libertà creativa contro ogni forma di controllo, intesa anche come una presa di posizione dell’arte urbana di fronte ai conflitti armati.

A portare i saluti del Comune di Conegliano è stata l’assessore alla Cultura Cristina Sardi, la quale ha specificato che si tratta della terza mostra con Artika (a cui ne seguirà una quarta nell’autunno 2026, con un approfondimento sulla pittura di fine Ottocento e inizi Novecento).

“Credo che Banksy sia stato l’uomo giusto al momento giusto, che guarda il mondo e lo sintetizza nel muro”, il commento di Deodato Salafia, in rappresentanza di Deodato Arte.

“Abbiamo voluto creare un percorso il più ampio possibile, per distinguerci dalle altre esposizioni sull’artista – le parole del curatore Daniel Buso -. La Street art è una manifestazione che parte dal basso, che ha visto una sua istituzionalizzazione”.

“Secondo alcuni, Banksy potrebbe essere il cantante dei Massive Attack, altri credono si tratti di un collettivo: in ogni caso è un artista mascherato che affascina, coinvolto negli scenari di guerra, animato dallo scopo di aiutare gli ‘ultimi della terra’, tramite messaggi e azioni concrete” ha aggiunto.

L’esposizione presenza riferimenti alla questione israeliano-palestinese, slogan, trasfigurazioni dei personaggi politici, riflessioni su fenomeni come quello del consumismo, che fagocita anche le espressioni culturali.

Ma sono presenti anche riferimenti alla guerra nel Vietnam e immagini diventate icone dell’arte di Banksy, come ad esempio l’opera “Girl with balloon”, risalente al 2002, incentrato sul tema del tempo che scorre, di un’infanzia che fugge via o viene strappata.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata

Related Posts