Il tema della viabilità ciclistica a Conegliano risulta ancora un capitolo aperto, che fatica a trovare una sua conclusione. A sollevare nuovamente l’attenzione su questa problematica, è stato Gilberto Carlotto, esponente del Wwf Terre del Piave Treviso – Belluno, il quale lo scorso lunedì ha inviato all’amministrazione comunale un documento, dove interroga gli amministratori sullo stato dei percorsi ciclistici.
“Vorrei che i nostri amministratori comunali mi accompagnassero in una simbolica passeggiata in alcune zone della città – inizia Carlotto – Cominciamo percorrendo via Verdi sino all’inizio del sottopasso ferroviario, dove il pericolo più serio ed evidente è dato dalla continua presenza di frammenti di vetro sulla strada e attorno alle campane di raccolta, dove transitano i cittadini”.
“Attraversiamo il sottopasso veloci – prosegue Carlotto – sì perché è sempre molto sporco e quando piove sgocciola pure acqua sporca, e arriviamo all’inizio dell’argine del Monticano. Qui incontriamo un palo ‘nudo’ con una robusta base di cemento. Forse in tempi lontani reggeva un cartello, ma probabilmente è stato tolto, chi lo sa?”.
“Percorriamo l’argine inghiaiato sino al ponte di via Cesare Battisti – continua l’esponente del Wwf – ci voltiamo indietro e cosa possiamo ammirare? Un palo con un cartello che segnala un percorso riservato ai pedoni: perché il cartello è solo da questo lato? Nessuna bicicletta gli presta attenzione, pertanto questo tratto di argine è percorso nei due sensi dalle biciclette che si fanno largo tra i pedoni”.
Dopo queste premesse, Carlotto invita i destinatari della sua lettera a immaginare di ripercorrere lo stesso tragitto a bordo di una bicicletta: “Immaginiamo di seguire una di queste biciclette e ripercorriamo la via dalla quale siamo venuti, elencando tutte le varie trasgressioni che è possibile fare al codice della strada. Si percorre prima una strada riservata solo ai pedoni, poi un tratto di via Verdi in senso vietato”.
“Successivamente – aggiunge il coneglianese – si percorre il sottopasso di via Verdi in senso vietato e riservato solo ai pedoni. Dove possiamo trovare più di frequente le biciclette a Conegliano? Sui marciapiedi dei ponti e dei viali e sulle piste ciclabili dedicate. Alcune piste ciclabili hanno disegnato un senso unico di marcia sull’asfalto, ma questo non impedisce il transito nei due sensi”.
La lettera di Carlotto prosegue facendo alcuni esempi “delle conquiste fatte dalle biciclette selvagge”, ovvero “il controviale di viale Spellanzon sul lato destro verso la fontana del Cavallino, il controviale di viale Spellanzon dopo l’incrocio di via Bidoli”, dove si trova un cartello che segnala la pedonabilità della zona, cartello che “nessuna bicicletta vede”. L’elenco prosegue con il “marciapiede sinistro di via Manin verso la fontana del Cavallino, il marciapiedi di via Borgo Porta, il controviale di via Mazzini, il marciapiede di via Cristoforo Colombo e quello del ponte di San Martino vicinissimo al comando della polizia locale, l’argine erboso che va dal ponte di via Cesare Battisti a via Settembrini che ha un profondo solco centrale provocato dal passaggio delle biciclette”.
“Questo elenco – specifica Carlotto – è un breve riassunto dei problemi rilevati: le biciclette sono giovani e vecchie, non conoscono e di conseguenza non rispettano i cartelli stradali, manca l’istruzione del comportamento delle biciclette sulle piste ciclo-pedonali e la sostituzione dei cartelli illeggibili e la messa in opera di quelli necessari”.
“Sarebbe inoltre interessante – conclude il cittadino – conoscere se tutti gli argini del Monticano sono percorsi riservati ai pedoni, anche in mancanza dei cartelli segnalatori oppure se alcuni sono percorsi ciclo-pedonali non segnalati. Una domanda sorge spontanea: è solo a Conegliano che pullulano questi tipi di biciclette? Oppure è un problema presente anche in altri Comuni, ancora in attesa di essere risolto?”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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