Bullizzato a scuola a Conegliano, giovane disabile esprime il suo disagio in una poesia al Papa e al presidente Mattarella

Combatte da solo contro il bullismo, il continuo cambio di insegnanti di sostegno, senza il quale si sente come una barca sballottata in mezzo alle onde, con l’arma che sa usare meglio: la sensibilità e soprattutto… la poesia. La poesia che ha inviato anche a Papa Francesco, e proprio ieri al Presidente della Repubblica per lanciare il suo grido di aiuto.  

F. è un ragazzo diversamente abile, emotivamente fragile. Non ha difficoltà motoria, ma un lieve ritardo cognitivo, e un’ansia costante che deriva da una iperattività manifestata sin da piccolo. Da avere bisogno di sostegno, di una persona che sappia in ogni momento tranquillizzarlo, schematizzarlo. Ha superato le elementari, le medie, tra mille difficoltà e “segnato” spesso dai compagni di classe, ha sofferto.

“Non dico sia stato bullizzato nel senso più brutale della parola – afferma la mamma – ma fin dalla terza elementare era sempre preso di mira dai compagni, che lo percepivano diverso. Alle medie è stato il disastro, era considerato una stranezza della natura. Gli hanno augurato anche la morte. Mio figlio ha incamerato tutto, è stato reso fragile. Ora alle superiori, non andiamo per il diploma, ma per il certificato di frequenza, ha ancora il problema dell’insegnante di sostegno. Cambiano sempre, non può averlo per un ciclo scolastico completo. A novembre ne aveva uno che per 15 giorni è rimasto praticamente a guardarlo, seduto accanto alla finestra. Non è questo che ha bisogno mio figlio”.

Conegliano disabile poesia 

E allora proprio a lui  F.  ha scritto una poesia (nella foto), gli ha fatto capire cosa non andava, si è difeso proprio con la poesia. L’insegnante ha capito, si è scusato con lui e la famiglia, e se ne è andato. “Ora ha trovato il feeling con quello nuovo – dice la mamma – perché come lui ha la passione della scrittura, ma è già preoccupato perché sa che cambierà ancora, tutto da ricostruire. E lui dalla terza media scrive per esprimere al mondo la sua difficoltà”. 

Così invece di nascondersi per paura di essere giudicato ha voluto mettere la sua faccia, ha scritto anche una poesia al presidente della Repubblica, e anche a Papa Francesco. “Non so se risponderanno – dice la mamma – ma lui scrive per difendersi è il suo modo di gridare al mondo che non vuole rimanere solo, per smuovere qualche cuore”.

Questa la poesia inviata al Presidente della Repubbica Sergio Mattarella:

Sostegno

Non è solo una parola
ma è una persona
umile e sincera
che ha intrapreso un percorso
di amore infinito
non di lavoro mal retribuito
che merita tutto il mio rispetto
perché si inoltra nel buio più profondo
nell’anima di un essere umano
e gli mostra che in fondo al tunnel
c’è una luce di speranza che lo sta aspettando
dopo tanta miseria e affanno
vengono mandati dal cielo
perché sanno leggerti dentro
come nessun altro
sorrisi che arrivano agli occhi
mai un cenno di caduta
per farti ricordare la sventura
a spada tratta
ti difende da parole vigliacche
di chi senza pensare alle conseguenze
ti infligge ogni giorno amarezze
perché il diverso fa paura
e non è degno di amicizia
ma per fortuna
per qualcuno farai la differenza
perché cervello e cuore
lo sanno ancora adoperare
ma anno dopo anno
vengono e se ne vanno
e a me quel che resta
è un desolante senso di oppressione
causato da una legge
senza coscienza morale
che mi rigetta
nel pozzo dell’indiferenza
perché non è possibile
che un sostegno mi accompagni
per svariati anni
senza subire il senso di perdita
ogni volta
così che la fiducia
resti intatta
e non si frantumi l ‘idea
che il mondo un po’ mi rispetta
e i miei sentimenti
non li calpesta.

(Fonte: Fulvio Fioretti © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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