Alla luce della questione sollevata dagli esercenti di Conegliano, decisi nel voler un “cambio della guardia” per l’assessorato al Commercio, l’opposizione si è espressa sul tema, mentre in città circolano alcune voci su dei nomi papabili, nel caso ci dovesse essere effettivamente un cambiamento.
Non sono mancate le proposte, oltre alle critiche sulla gestione di tutta la faccenda e sulla distribuzione iniziale della deleghe.
“Spiace essere arrivati a questo ‘aut aut’ – la premessa di Francesca Di Gaspero (Noi democratici) – Questo malcontento, del resto, è stato più volte comunicato da parte delle associazioni di categoria cittadine, dai consiglieri di minoranza e dai cittadini. In modo fermo e preoccupato”.
“Evidentemente non si è voluto ascoltare né creare le occasioni di ascolto e confronto, per risolvere i problemi in tempo – ha proseguito – È evidente che il rilancio di Conegliano non passa solo dal commercio, ma da una strategia a 360 gradi, con interventi che vadano nella direzione di promuovere iniziative culturali di qualità, decoro e arredo urbano. Strategie che, ad oggi, non ho ancora visto mettere in pratica, se non per qualche iniziativa ‘spot’ che, da sola, non sortisce gli effetti desiderati”.
Fatta questa premessa, Di Gaspero ha suggerito di convocare “urgentemente la commissione consiliare competente e che vengano in quella sede organizzate delle audizioni con le associazioni di categoria, per definire insieme un piano/patto scritto e sottoscritto da tutte le parti, in cui si mettano in evidenza le necessità, le priorità, le azioni da portare avanti e le attività da fare”. “Così da definire assieme un nuovo inizio e le basi per una proficua e utile collaborazione tra tutti gli attori sociali e l’amministrazione”, ha aggiunto.
Dura anche la reazione di Lucrezia Aggio (Fratelli d’Italia), presente all’ex convento di San Francesco lunedì sera, al momento della richiesta avanzata dagli esercenti: “A seguito dell’incontro con i commercianti, avvenuto all’ex convento di San Francesco, è stata evidenziata l’assenza dell’assessore Yuri Dario – ha affermato -. A mio avviso, una mancanza di rispetto nei confronti dei commercianti stessi, poiché non avevano il loro assessore, che dovrebbe essere a loro sostegno”.
“È una figura che, per il ruolo che ha, penso debba essere spesso presente sul territorio, specialmente in queste occasioni, che sono ‘pane per i suoi denti’ – ha aggiunto -. Bisognerebbe capire e annotare le difficoltà degli esercenti, per poi discuterne in giunta comunale, cercando di risolvere le eventuali problematiche”.
“Concludendo, per quanto riguarda la posizione dell’assessore Yuri Dario la questione è delicata e spetta al sindaco prendere decisioni a seguito di eventuali raccolte firme e in base alle sue teorie”, ha concluso.
Filippo Secolo (Libertà civica e popolare. Conegliano al centro) ha osservato che il problema del commercio coneglianese si inserisce all’interno di una crisi più ampia, che si sta verificando anche a livello nazionale.
“Quanto emerso nel corso dell’incontro di lunedì dimostra, ancora una volta, come sia mancato sin qui un reale dialogo tra amministrazione e associazioni di commercianti. Come ho sottolineato più volte, non ritengo che la crisi del commercio sia imputabile all’amministrazione Chies (si tratta purtroppo di un fenomeno diffuso, non solo in Italia, ma anche a livello europeo) – la sua premessa – Tuttavia, un’amministrazione che si rispetti, ha il dovere di facilitare gli scambi con i commercianti e favorire un reale confronto tra le parti. Il ciclo di tre incontri promossi dall’amministrazione va nella giusta direzione. Dispiace che ciò avvenga a due anni e mezzo dall’insediamento della giunta e solamente a seguito degli insistenti appelli dei commercianti e dei cittadini di Conegliano, costretti ad assistere a questa crisi evidente”. “È possibile uscire dalla crisi e la politica ha gli strumenti necessari per supportare il commercio, ma è necessario che dia messaggi chiari e coraggiosi e non si limiti, come oggi avviene, alla gestione dell’ordinario – ha concluso -. Quanto alle indiscrezioni su un possibile rimpasto di deleghe, se ciò dovesse avvenire, mi auguro che il criterio di valutazione utilizzato dal sindaco non sia di natura politica, ma tenga conto delle effettive competenze dei candidati”.
In tutto questo scenario Alessandro Bortoluzzi (Gruppo misto) ha invece voluto spezzare una lancia a favore dell’assessore in carica: “Credo che l’assessore Dario sia una persona che si comporta in maniera corretta e probabilmente è tagliato per altri assessorati: quando le deleghe vengono date secondo logiche di equilibri interni, i risultati sono questi. Sono scene di un film già visto – le sue prime parole -. L’assessorato al Commercio richiede delle competenze che non sono assimilabili in breve tempo. Se è stata sbagliata la logica per la nomina, così non deve avvenire nel caso di un’eventuale sostituzione”.
“Tale assessorato richiede una persona, sia interna o un tecnico esterno, che abbia sensibilità e capacità di ascoltare, di proporre soluzioni, che abbia competenze nel settore, ci metta cuore e impegno in quello che fa: non è un assessorato su cui si possa vivacchiare – ha aggiunto – A Conegliano manca inoltre la capacità di confrontarsi anche fuori”.
E su un possibile nome del Partito democratico, alla luce del tanto citato patto con Chies alle ultime amministrative? “L’accordo si è esaurito con la nomina di Isabella Gianelloni a presidente del consiglio comunale – la sua risposta -. Credo che sia meno di zero la possibilità di questo assessorato al Pd“.
Maurizio Tondato (Lega) ha invece osservato che un lavoro di squadra è l’unica soluzione al problema, in quanto una persona non può far fronte da sola alla situazione del commercio cittadino.
“La situazione è critica da qualche anno, con l’abbandono che genera poco decoro, degrado e conseguenze negative. Serve un intervento urgente, non si può tergiversare, ma serve un lavoro di squadra, coinvolgendo diversi assessori, in quanto si tratta di un problema trasversale: non si può pensare che una persona faccia fronte da sola al problema – ha affermato – Ritengo necessario mantenere dei contatti continui con le associazioni di categoria (almeno una volta al mese), per fronteggiare quella che è una situazione di emergenza”.
“I commercianti sono parecchio arrabbiati: bisogna partire dalle lamentele (perché nessuno ha la bacchetta magica) e da lì cominciare a riprogettare la città, riesaminando le attuali criticità, non con soluzioni calate dall’alto – ha chiarito – Nel 2022 in consiglio comunale avevo fatto presente la situazione, essendo già evidenti le criticità: ci deve essere una persona che abbia voglia di dialogare, indipendentemente dal fatto che sia interna o esterna (questo non è determinante), una persona che sappia lavorare in squadra, che abbia la capacità di fare sintesi, faccia delle proposte e se ne assuma la responsabilità”.
“Serve non un prodotto confezionato, ma una proposta condivisa dalla squadra, altrimenti ci saranno ‘interventi a spot’, con i quali non si arriva alla soluzione”, ha concluso.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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