“Chernobyl non è ripetibile dal punto di vista della fisica”: presentato il volume “L’Avvocato dell’Atomo” di Luca Romano

Da sinistra, Luca Romano e Dino Parrano

“Nucleare ieri, oggi e domani” è il titolo dell’incontro nell’ambito della rassegna “Conversazioni in chiostro”, tenutosi ieri sera all’ex convento di San Francesco a Conegliano, dove è stato presentato il volume “L’Avvocato dell’Atomo. In difesa dell’energia nucleare” (edito da Fazi Editore).

Intervista a Luca Romano

Un’opera scritta da Luca Romano, esperto internazionale e divulgatore scientifico il quale, nel corso della serata, ha dimostrato come la narrazione sul tema dell’energia nucleare a volte sia stata catastrofista e imprecisa.

Luca Romano è laureato in Fisica (curriculum Astrofisica e Fisica Teorica) all’Università di Torino e ha conseguito un master in Giornalismo scientifico e Comunicazione della Scienza allo Iuss di Ferrara, oltre al diploma in pianoforte al Conservatorio di Cuneo.

Il volume presentato

Il 6 aprile 2020, durante il primo lockdown, ha aperto la pagina Facebook “L’Avvocato dell’Atomo”, da cui prende nome il suo volume.

Un’opera per capire quanto il racconto dei fatti del passato abbiano influenzato le scelte del presente, in tema di energia nucleare e, allo stesso tempo, capire come siano state veicolate delle informazioni del tutto sbagliate: sicuramente una riflessione per il futuro.

L’incontro è stato presentato dal consigliere comunale Dino Parrano e introdotto dai saluti del sindaco Fabio Chies.

La platea in sala

“La bomba atomica è stato il primo ‘peccato originale’: un ottimo progetto che aveva, però, un obiettivo militare – la premessa fatta da Romano – La tecnologia evolve e oggi siamo al livello tale che un minimo guasto finisce in prima pagina sui giornali”.

La riflessione sul tema si è quindi spostata sui fatti legati all’incidente nucleare di Chernobyl, accaduto il 26 aprile 1986: “Il fatto è avvenuto a causa di una serie di errori e di circostanze che, con la tecnologia di oggi, non è più possibile che si verifichino – ha spiegato – Chernobyl non è ripetibile dal punta di vista della fisica”.

“All’epoca la portata di percezione legata al fatto fu maggiore rispetto a quella che era la realtà delle cose, ma non voglio certamente minimizzare – ha aggiunto – Inizialmente l’Unione Sovietica cercò di minimizzare l’incidente e, ancora oggi, la Russia riconosce solo 31 vittime dirette e l’Onu 54. Per quanto riguarda le vittime indirette (la radioattività, a distanza di anni, crea tumori che non si distinguono subito dagli altri) nel 2003 sono stati registrati fino a 4 mila casi di tumori in eccesso. Soprattutto tumori alla tiroide che, oggi, sono curabili”.

La disinformazione alla fine degli anni Ottanta c’era ed era comprensibile, perché si trattava di un incidente mai accaduto prima – ha spiegato – In Italia le misure di non poter bere latte e non mangiare verdure furono eccessive, ma comprensibili. Un aumento di concentrazione dei tumori ci fu in Bielorussia, Russia e Ucraina, secondo il report delle Nazioni Unite, ma non in Italia”.

Secondo Romano nel tempo elementi di disinformazione furono visibili in alcuni articoli della stampa nazionale e internazionale, ma anche in film e momenti della stessa campagna referendaria che portò gli italiani alle urne l’8 novembre 1987, proprio sul tema del nucleare.

Un altro caso preso in esame da Romano è quello dell’incidente nucleare alla centrale di Fukushima in Giappone, avvenuto l’11 marzo 2011.

“Fu uno dei casi più eclatanti della storia di giornalismo pessimo: vennero presi dei pesci con tumori e spacciati per le conseguenze dell’incidente – ha riferito Romano – Si disse che un ex parlamentare fosse morto, dopo aver bevuto dell’acqua di quelle zone, ma non è vero. Poi c’è il caso della notizia sul conduttore tv che si disse si fosse ammalato di leucemia, dopo aver mangiato delle verdure contaminate. Non fu così: non mangiò queste verdure e la sua leucemia non fu quindi correlata a questo aspetto”.

La disinformazione sul nucleare non è stata solo italiana, ma c’è stata anche all’estero, come ad esempio la Germania”, ha concluso.

(Foto: Qdpnews.it riproduzione riservata).
(Video: Arianna Ceschin – Qdpnews.it riproduzione riservata).
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