L’impiego nella viticoltura italiana dei nuovi ibridi resistenti alle malattie fungine, una novità importante che potrebbe portare ad una drastica riduzione dell’uso dei fitofarmaci, sarà al centro della tavola rotonda organizzata dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino, in collaborazione con la Città di Conegliano e Crea-Ve. (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – Viticoltura ed enologia), oggi sabato 14 dicembre 2019 dalle ore 10 nella Sala consigliare del Comune di Conegliano.
Il tema è: l’importanza del nome dei vitigni per salvaguardare l’originalità e la commercializzazione dei vini.
Dopo l’apertura affidata al prof. Antonio Calò, presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, il dibattito è affidato ad accademici, esperti di viticoltura e di enologia, giuristi, come il dottor Michele Alessi (del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali), i professori Rosario Di Lorenzo (Università di Palermo), Davide Gaeta (Università di Verona), Cesare Intrieri (emerito dell’Università di Bologna), Eugenio Pomarigi (Università di Padova), Vittorino Novello (Università di Torino), i dottori Giorgio Miclet (Università di Udine), Bruna Pinat (imprenditore vivaistico), Riccardo Velasco (direttore del Crea-Ve) e il giurista avvocato Danilo Riponti. Coordinerà i lavori Sergio Tazzer, giornalista e scrittore.
Virgilio scrisse, esagerando, che «le varietà delle vite sono tanto numerose come i granelli di sabbia del deserto libico», poiché però il mercato è importante ed impone trasparenza e chiarezza, per i supervitigni occorre fare attenzione a non “battezzarli” queste novità viticole nel modo più appropriato.
L’Accademia Italiana della Vite e del Vino venne costituita a Siena nel 1949, con l’intento di dar vita ad un centro atto a promuovere il progresso vitivinicolo italiano, eretta in ente morale con decreto dell’allora presidente della Repubblica, Luigi Einaudi. L’attuale presidente è il professor Antonio Calò; vicepresidenti i professori Rosario Di Lorenzo e Carlo Viviani.
Alla tavola rotonda di Conegliano, considerata l’importanza del tema, l’ingresso è libero.
(Fonte: Accademia Italiana della vite e del vino).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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