“L’impossibile non esiste” è il messaggio lanciato da Ernesto Olivero (nella foto), fondatore del Sermig di Torino, di fronte a un teatro Toniolo di Conegliano gremito nella serata di venerdì 29 marzo, in occasione di un incontro organizzato dal settimanale diocesano l’Azione e dalla Nostra Famiglia, con la partecipazione del coro Gli Sconcertati e il patrocinio del Comune di Conegliano.
La storia di Olivero inizia il 2 agosto del 1983 quando, dopo un passato professionale trascorso tra aziende e banche del torinese, decide di abbandonare tutto e, insieme alla moglie e a un gruppo di giovani, fonda l’Arsenale della pace, ovvero la sede del Servizio missionario giovani (Sermig), reso noto dal motto “La bontà è disarmante”.
Il gruppo era già attivo in precedenza, ma all’inizio era impegnato a collaborare con le varie realtà missionarie del mondo.
Negli anni Ottanta, invece, l’esigenza di intervenire nella realtà torinese occupandosi della povertà urbana si fa più viva: l’Arsenale della pace sorge nel quartiere dell’ex arsenale militare di Torino e conta circa 1.900 posti letto per un totale di 45 mila metri quadrati, in grado di sfornare quasi 4 mila pasti al giorno.
Un sogno divenuto realtà e proprio sulla base di ciò Ernesto Olivero ha voluto rivolgere un messaggio ben preciso al nutrito pubblico presente in sala, fatto di spettatori di tutte le fasce d’età.
“La mia storia è entrata lentamente nel mio quotidiano – ha spiegato la guida di Sermig – con la richiesta di aiuto di un uomo e di una donna. E vorrei dire, soprattutto ai giovani, che più le cose sono difficili e più Dio ti può aiutare, ma bisogna provarci a mani nude, senza ricorrere ai potenti per avere delle raccomandazioni”.
“A volte noi possiamo inventare delle cose – ha proseguito Olivero – e se uno crea qualcosa senza sotterfugi, possono arrivare delle persone con intenti malvagi, ma per loro non c’è nulla da fare: queste persone, prima o poi, saranno costrette ad arrendersi perché avete creato una cosa bella e pulita”.
“In un mondo dove l’indifferenza ha portato dei guai incredibili – ha sottolineato Ernesto Olivero – tutti noi dobbiamo creare qualcosa di diverso e, nel nostro caso, stiamo facendo degli sforzi sovrumani per sensibilizzare l’opinione pubblica”.
Le tematiche affrontate dal fondatore dall’Arsenale della pace sono state davvero ampie, ma Olivero si è focalizzato in particolar modo nell’analizzare la situazione dei giovani e le condizioni in cui verte la società moderna.
“Oggi i giovani sono inesistenti, perché sono stati corrotti dal mondo degli adulti. – ha osservato il numero uno di Sermig – Non sognano più e per questo bisogna aiutarli a entrare nella vita vera. Dovete imparare a chiedere scusa ai giovani per il mondo che abbiamo lasciato”.
“Dobbiamo partecipare alla creazione delle cose – è stato il monito lanciato dal relatore della serata – altrimenti faranno tutto le piccole minoranze: diventate fermento e le cose potranno cambiare, in ogni problema è possibile vedere un neo positivo. Per avere pace e serenità, bisogna seminare giustizia, creare un mondo più solidale. L’Italia, invece, sta diventando cattiva quando, al contrario, è necessario essere più buoni e gentili”.
Un messaggio di speranza, quello lanciato da Ernesto Olivero, che, sicuramente, potrà essere d’ispirazione non solo per quanti hanno avuto l’opportunità di essere in sala ad ascoltarlo.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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