Chirurgia protesica, osteomielite e fratture del femore negli anziani: criteri moderni e tecnologie all’avanguardia per l’Ortopedia di Conegliano

Il direttore dottor Claudio Melchior

Tre mila ricoveri all’anno, altrettanti interventi chirurgici e oltre trenta mila prestazioni ambulatoriali. Sono questi i numeri del reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Conegliano che comprende anche il presidio di Vittorio Veneto, con il quale il “Santa Maria dei Battuti” condivide il personale medico.

“Originariamente questo distretto ha sempre avuto due unità operative di ortopedia – spiega il direttore dottor Claudio Melchior – inoltre quella di Vittorio è la più antica del Veneto”.

Dal 2017 è avvenuta la fusione tra i due presìdi, ma sia a Conegliano che a Vittorio Veneto si è continuato ad eseguire operazioni in maniera equa. “Dal 2020, con l’arrivo della pandemia, Vittorio Veneto è diventato Covid Hospital e quindi sono cambiate le dinamiche – continua Melchior – concentrando la maggior parte delle attività qui a Conegliano”.

Dopo la fine dell’emergenza, a Vittorio Veneto sono comunque rimaste due sale operatorie settimanali “in cui facciamo interventi day hospital e ambulatoriali – continua il direttore – la maggior mole dell’attività, compresa la traumatologia, viene però svolta a Conegliano”. 

La traumatologia all’ospedale di Conegliano

Essendo l’ospedale della città del Cima dotato di terapia intensiva permette di operare su tutti i tipi di trauma. “Gestiamo anche pazienti complessi – continua Melchior – e operiamo sulla traumatologia degli arti, del bacino. Il tutto seguendo i criteri più moderni a livello internazionale”.

È in aumento il numero dei traumi soprattutto durante il covid: “ovviamente durante questo periodo è cresciuta maggiormente la traumatologia casalinga – prosegue – si tratta di fratture meno importanti ma comunque invalidanti. Ad esempio, ci sono state molte fratture di posi, della caviglia e del piatto tibiale del ginocchio che possono provocare seri danni se non trattati nel modo adeguato”. 

Le tecnologie dell’ospedale di Conegliano 

Se – come detto – la traumatologia viene trattata secondo i più avanzati standard internazionali, lo stesso si può dire anche per l’ortopedia, ovvero per tutti quegli interventi cosiddetti “programmati“.

“Questo centro da sempre ha avuto un’ottima tradizione riguardo alla chirurgia protesica – spiega Melchior – di anca e di ginocchio che è stata consolidata in questi anni allargando l’orizzonte anche alla spalla, il polso, il gomito e la caviglia“.

Da circa sei mesi è in funzione all’ospedale di Conegliano un macchinario che permette la “navigazione” durante l’intervento di chirurgia protesica all’anca, metodo che verrà esteso anche a quella del ginocchio. “Questa tecnica consiste in una attività chirurgica computerizzata in cui al chirurgo vengono forniti dei dati utili a posizionare in maniera migliore la protesi”.

La chirurgia della mano

La chirurgia della mano è molto probabilmente il fiore all’occhiello per quanto riguarda l’ortopedia di Conegliano: “Parliamo di trattamento dell’artrosi, ricostruzioni secondarie oltre agli interventi ‘semplici’ come quello al tunnel carpale o delle dita a scatto. Ma la protesica nella mano – operazione che noi effettuiamo – è sicuramente un’operazione di ‘nicchia’ e di qualità”.

Il trattamento delle osteomieliti

Per quanto riguarda la cura di quest’infezione, da pochi mesi a Conegliano è stato aperto anche un ambulatorio dedicato: “Spesso questi pazienti sono in difficoltà a trovare un centro che possa seguirli – continua Melchior – noi le trattiamo utilizzando strumenti complessi e con trattamenti molto lunghi”.

L’osteomielite è un’infezione dell’osso dovuta soprattutto a traumi non curati nel migliore dei modi. “L’osso è una struttura nobile – continua –, ma una volta che viene attaccata dai germi è difficilissimo debellarla e per questo richiede trattamenti che possono durare anche un anno e mezzo”.

Le frattura del femore negli anziani

Molto sentito è l’argomento riguardante la frattura del femore in pazienti oltre i 65 anni, che per disposizione nazionale devono essere trattate chirurgicamente entro le 48 ore seguenti al trauma.

“Questo è un reparto che viaggia sul 94% di pazienti operati entro le 48 ore – spiega il primario – la soglia nazionale è dell’80% per cui abbiamo ottenuto dei risultati notevoli”. 

L’operazione in breve tempo risulta essere l’ideale per le persone anziane che subiscono questo tipo di fratture, che “neanche si accorgono di essersi fratturati e che possono essere ‘messi in piedi’ in poco tempo“. 

“Questi risultati – conclude Melchior – non sono merito solo del reparto di ortopedia ma di tutto l’ospedale, a dimostrazione che ben coordinati si raggiungono risultati straordinari”.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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