“Ciao Michi, ci hai insegnato che il sorriso non deve mai mancare”: ieri l’addio a Michele Apuzzo

La chiesa gremita al funerale di Michele Apuzzo

La comunità di Sernaglia si stringe ai famigliari in un forte abbraccio dopo la scomparsa di Michele Apuzzo, trentaduenne residente in paese, originario di Agerola, in Campania, ma molto conosciuto anche a Conegliano, dove lavorava in una pizzeria di viale Italia, la Panta Rei. Al suo funerale, ieri pomeriggio, martedì 17 ottobre, la chiesa era gremita, tanto che alcuni amici hanno preferito piangerlo fuori, in cortile, dove a ricordarlo sono stati posizionati anche dei palloncini biancocelesti.

E l’omelia recitava: “Perché siamo tutti sconvolti e disorientati per la perdita di Michele. Solo il silenzio può esprimere l’angoscia presente oggi in questa chiesa. Viene da chiedersi perché Dio consenta a queste malattie di esistere? E la risposta nonostante tutto è qui davanti: la vostra presenza qui sia nuovo segno di una vita vissuta all’insegna di un amore. Per giudicare una vita buona, non occorre sommare gli anni, ma l’amore dato e ricevuto.

Michele non ha mai dimenticato di ascoltare gli altri. La testimonianza dei suoi amici, letta durante il rito funebre, lo definisce chiaramente: un ragazzo generoso che sapeva ascoltare e che sapeva comprendere bene, sempre pronto a sorridere tanto che “quando lo incontravi, ti sembrava di conoscerlo da sempre”.

“Si interessava a qualunque cosa ci accadesse, per sostenerci con sorrisi e parole. Era un giovane dal cuore grande che pensava prima agli altri e poi a sé. Con lui era ogni giorno una lezione di ottimismo: persino quando la fatica della malattia lo portava a non riuscire più a parlare, lui in qualche modo trovava la forza.

Gli raccontavamo i nostri problemi che a confronto ai suoi erano solo scherzi, ma lui non si risparmiava mai di incoraggiarci. Michele, non hai mollato, hai mantenuto il coraggio di un grande guerriero senza mai abbatterti e così ci hai insegnato molto, fino alla fine, che il sorriso non deve mai mancare”.

La generosità di Michele è stata espressa anche dopo la sua scomparsa: il trentaduenne ha donato cornee e bulbi oculari, dando una nuova speranza a qualcun altro, nel mondo. Fuori dalla chiesa, su un banchetto predisposto dalla famiglia e dagli amici, un quadretto con una piccola raccolta fondi recitava: “La storia di Michi verrà raccontata affinché si possa aiutare sia nella prevenzione che nella cura della malattia. Vi terremo aggiornati sulle associazioni che andremo a sostenere con questi fondi”.

(Foto: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata). 
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