Un branco di quattro cani di taglia media, pare dei meticci, crea qualche disagio a Collalbrigo, a Conegliano: a segnalarlo alcuni residenti tra cui un naturalista appassionato, che li incontra quasi ogni sera quando si reca a osservare la fauna presente nella zona vedi link.
È proprio attraverso le fototrappole che è stato possibile osservare l’attività notturna di questi animali domestici, di proprietà di ignoti, a cui piace scorrazzare e inseguire gli animali selvatici.
Secondo le segnalazioni, i cani lasciati liberi per tutta la notte non sarebbero un problema se non braccassero le lepri, inseguissero a lungo i caprioli e specialmente se non attraversassero continuamente la strada, rischiando di venire investiti o distrarre i passanti.
La richiesta dei residenti nella zona ai proprietari è quella di tenere i cani all’interno della proprietà senza permettere loro di vagare liberamente, anche perché in caso di un intervento da parte delle autorità la sanzione per quattro cani ammonterebbe a oltre un migliaio di euro.
Sempre nella zona, in prossimità della Casa degli Alpini, viene segnalato che è possibile incontrare durante la passeggiata due esemplari di pastore dell’Asia centrale, entrambi liberi: anche se non è detto che siano aggressivi, i bestioni pesano 80 chili l’uno e possono rappresentare un rischio o uno spavento per chi se li trova davanti.
Anche se è tollerabile, con buonsenso e non secondo la legge, che al cane venga tolto il guinzaglio in alcune situazioni, in questo caso si tratta, più che di animali liberi sotto sorveglianza, di un disinteressamento da parte dei padroni.
In questo periodo, o meglio nei periodi precedenti alla zona rossa, decine di cani sono stati smarriti nella foresta del Cansiglio: capita che anche i più docili e fedeli percepiscano l’odore degli animali selvatici e non resistano al richiamo, allontanandosi senza più ritorno.
“Abbiamo ricevuto ben dieci richieste da parte di persone che hanno perso il loro cane nella foresta – racconta Giuseppe Zoppè – e ci chiedono disperati di controllare le fototrappole. Noi generalmente rispondiamo, a malincuore, che i punti dove abbiamo le fototrappole corrispondono alle zone di caccia dei lupi, cosa che rende improbabile che il cane perduto faccia ritorno”.
Episodi che avvertono di una legge più severa di quella umana, quella della natura.
(Foto: Fototrappolaggio Treviso).
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