Dopo aver visto come riconoscere e come liberare le vie aeree nel lattanti (qui l’articolo) la dottoressa Marta Battaglia, titolare di Active studio di Conegliano, spiega come i genitori debbano comportarsi nel caso avvenga un arresto cardiaco nei neonati fino a un anno d’età.
“L‘arresto cardiorespiratorio è un evento in cui il cuore perde la sua capacità di pompa, – spiega la dottoressa – interrompendo la circolazione sanguigna e quindi anche l’ossigenazione degli organi principali come, ad esempio, il cervello. In questa circostanza è necessario agire con calma e determinazione attivando il prima possibile il servizio di risposta all’emergenza e iniziando prontamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare”.
Vediamo di seguito come capire se il lattante è in arresto cardiorespiratorio e come sia necessario intervenire. Bisogna ricordare che prima di procedere è sempre necessario valutare se l’ambiente intorno è sicuro.
L’arresto cardiaco può avvenire anche nel caso non si riesca a disostruire le vie aeree con le manovre preposte. “Per capire se il lattante è in arresto cardiorespiratorio – continua la dottoressa – bisogna controllare se è cosciente battendo leggermente la mano sui talloni e chiamandolo ad alta voce. Bisognerà poi controlla se respira guardando per almeno 5 secondi e non per più di 10 se il torace si muove. Il respiro “boccheggiante (detto gasping) deve essere considerato come assenza di respiro”.
“Nel caso il lattante non sia cosciente bisognerà immediatamente chiedere aiuto e se non respira sarà necessario posizionare il lattante su una superficie rigida come un tavolo o il pavimento, scoprirgli il torace e iniziare subito le manovre di rianimazione”.
“Per effettuare il massaggio cardiaco bisognerà porre due dita nella metà inferiore dello sterno come abbiamo visto per la disostruzione delle vie aeree ed effettuiamo delle compressioni che dovranno abbassare il torace per circa quattro centimetri. Tanto si comprime quanto si rilascia e le compressioni dovranno avere una frequenza pari a circa 100 -120 al minuto. Sarà necessario fare 30 compressioni e due ventilazioni e ripartire quindi con le compressioni toraciche. Se non è a disposizione un dispositivo per effettuare correttamente la respirazione bocca a bocca bisogna evitare e proseguire solamente con il massaggio cardiaco“.
“Ricordo – conclude la dottoressa – che il personale della sala operativa che chiamiamo è addestrato e può supportarvi durante tutto l’intervento”.
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