E’ una vicenda che mette insieme degrado sociale e perversioni a sfondo pedofilo quella che vede al centro una donna di origine americana di 58 anni, a processo a Treviso con una accusa terribile: quella di aver passato ad un “amico” immagini e video della figlia, al tempo dei fatti 13enne, in pose erotiche.
L’uomo è un campano finito a sua volta a processo a Napoli dopo che nel suo computer sono state ritrovate migliaia di foto e riprese video di natura pedopornografica che ritraggono bambini in alcuni casi anche di soli 5 anni.
A scoprire il fatto l’ex marito della donna, oggi divorziata e trasferitasi a Sacile. Un giorno nel computer di casa trova due video: in uno si vede la figlia e si sente la voce della madre che, in sottofondo, le dice cosa fare. Il secondo invece è un filmino a luci rosse che ha come protagonista proprio la donna.
Ma passano nove mesi dalla scoperta a quando l’uomo si rivolge all’assessore al sociale del comune in cui risiede, nel coneglianese. Ed è l’assessore che allerta l’autorità giudiziaria e convince il padre a presentare una denuncia.
La situazione familiare è molto particolare: già prima dei fatti di cui si parla nel processo, avvenuti nel 2013, la ragazza era stata affidata ad una comunità dato che i servizi sociali avevano definito il nucleo “inadatto alla minore”. Quando la terribile vicenda viene alla luce il tribunale dei minori interviene e toglie la potestà genitoriale a entrambi, trasferendo la minore in una diversa comunità. Oggi lei è maggiorenne, lavora ed è aiutata da un amministratore di sostegno.
Il prossimo 9 luglio la corte visionerà il filmato incriminato. In aula potrebbe esserci anche l’imputata, che fino ad oggi non ha mai presenziato.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it