È mancato martedì scorso a Padova Benedetto de Bernard, illustre biochimico e ricercatore di origini coneglianesi.
Nato nel 1925, de Bernard è stato assieme al fratello Gian Maria allievo convittore al Collegio Canova di Possagno per il periodo delle elementari e del ginnasio, per poi laurearsi in Medicina e Chirurgia a Padova nel ’49.
All’Istituto Cavanis – Collegio Canova lo ricordano sottolineando la sua grande figura, come scienziato e didatta di fama internazionale.
Secondo le testimonianze della professoressa Marina de Bernard, anche suo padre ricordava con lucidità l’esperienza al Canova: “Si sorrideva insieme quando ci raccontava del suo professore di greco, che seppur chiamava i suoi studenti puteleti, chiedeva all’inizio di ogni lezione una regola di greco a ciascuno. Grazie a lui però, il greco l’aveva imparato molto bene”.
Dopo aver lavorato nell’ambito della ricerca in biochimica a Pavia negli anni ’50 ed essersi trasferito sempre per scopi scientifici a Parigi e poi nel Wisconsin (Usa), De Bernard si è stabilito come docente all’Università di Trieste, dove non si è limitato a insegnare ma ha contribuito, secondo varie testimonianze, a innovare il metodo d’insegnamento nelle facoltà del suo settore.
Oltre a essere professore ordinario dal ’61 e poi preside della Facoltà di Farmacia (dal ’62 al ’67), contribuì a istituire la facoltà di Medicina e Chirurgia (dal ’71 al ’74). Il suo contributo alla scienza riguardò specialmente lo studio dei meccanismi molecolari coinvolti nel delicato processo della calcificazione.
In vita ha ottenuto un gran numero di riconoscimenti, tra i quali una medaglia d’oro ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte. A livello nazionale viene ricordato anche come promotore delle lauree honoris causa ai Premi Nobel Carl Ferdinand Cori e Rita Levi-Montalcini. Con quest’ultima (in foto di copertina), portò avanti anche la “Trieste Declaration of Human Duties”, un appello con cui invitava ad accogliere “un’etica della responsabilità condivisa” tra gli scienziati e il resto della civiltà.
Oltre a eccellere nel suo mestiere, de Bernard aveva anche altri interessi e viene descritto come un uomo di grande cultura sia da chi l’ha conosciuto in ambito privato che da chi l’ha potuto definire un amico. Una delle sue passioni era fare parte del Club Alpino Italiano: tesserato da quando aveva 4 anni, qualche anno fa ha ottenuto dall’ente una targa di riconoscimento per 90 anni di ininterrotta fedeltà.
Nonostante avesse trascorso gran parte della sua vita fuori dalla Marca, de Bernard si sentiva ancora legato alle Colline di Conegliano e Valdobbiadene: con suo fratello Gian Maria era proprietario di una cantina che portava il loro cognome. Quando suo fratello mancò, il professore, assieme alla famiglia, vendette la cantina del fratello alle Cantine Maschio avanzando un’unica richiesta, ovvero che il Kapriol e il Prosecco riportassero il marchio De Bernard.
Al contempo, istituì un premio dedicato al fratello con il dipartimento Territorio e Sistemi Agro Forestali – Tesaf dell’Università di Padova, attribuendolo ogni anno alla tesi più meritevole in ambito viticolo ed enologico tra i laureati in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologico. Ha presenziato all’assegnazione del premio fino all’edizione 2021.
Per chi voglia prestare di persona le condoglianze ai figli Marina, Ferruccio e Paola, i funerali del dottor Benedetto de Bernard sono previsti questo mercoledì 25 agosto alle ore 16 nella Parrocchia di San Girolamo in via Tirana 15 a Padova.
(Foto: Unipd).
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